COMUNICARE (CON) LE EMOZIONI: “Che mi senta triste, arrabbiato o felice te lo voglio dire!”

Cosa sono le emozioni?

Tutti ci emozioniamo, continuamente e fin da quando siamo bambini. Nonostante questo, molto spesso, non conosciamo davvero le nostre emozioni, non le viviamo completamente o le diamo per scontate.

Le emozioni riempiono la nostra vita continuamente, dando significati agli eventi, orientandoci nelle decisioni, appoggiandoci nelle scelte. Sono mutevoli e durano poco; è nella loro natura essere così momentanee. Esistono nel qui e ora e la loro vita, spesso, è come quella di un fiammifero, breve e intensa.

Anche se le emozioni ci appaiono molto complesse e talvolta incomprensibili, ci sentiamo sinceramente attratti da questa profondità e ricchezza; è per questo motivo che, da sempre, filosofi, studiosi e psicologi si sono dedicati alla ricerca di definizioni e informazioni per comprendere meglio questi costrutti.

Benché di teorie ve ne siano molte, tutti gli studiosi concordano sul fatto che le emozioni siano sistemi complessi, comprendenti molteplici componenti che vengono attivate insieme. Una prima componente è relativa ai “vissuti soggettivi” che accompagnano le nostre emozioni (Plutchik, 1980); un’altra riguarda, invece, la valutazione cognitiva dell’avvenimento che innesca la nostra emozione. Una terza è data dai cambiamenti fisici che accompagnano l’emozione e che preparano l’organismo a reagire all’evento. Infine, è possibile considerare un quarto aspetto, che riguarda l’espressione emotiva, con cui comunichiamo le nostre emozioni agli altri e li informiamo circa le nostre intenzioni comportamentali, attraverso l’uso del volto e del corpo in generale.

Intelligenza Emotiva

Proprio in relazione a tutti questi aspetti è importante introdurre il concetto di “Intelligenza Emotiva”. Nasce nel 1990 ad opera di due psicologi, Peter Salovey e John Mayer, che la definiscono per la prima volta in termini ufficiali –come la “capacità di monitorare e dominare le emozioni proprie e altrui e di usarle per guidare il pensiero e l’azione”. È costituita da un insieme complesso di componenti:

  • Percezione, valutazione ed espressione delle emozioni:
    La capacità di riconoscere correttamente le informazioni emotive verbali e non verbali in se stessi e negli altri e quella di esprimerle è fondamentale per poter sviluppare una buona Intelligenza Emotiva.
  • Facilitazione emozionale del pensiero: cioè usare le emozioni per facilitare il pensiero. Questo aspetto dell’Intelligenza Emotiva si riferisce alla capacità di sfruttare le emozioni nella risoluzione di problemi, nel ragionamento, nel prendere decisioni e nei momenti creativi.
  • Comprensione e analisi delle emozioni: dato che le emozioni formano un ricco e complesso sistema di simboli, capirle significa saper rielaborare a livello cognitivo il proprio e l’altrui sistema emozionale; essere capaci di identificare le emozioni con le parole corrispondenti, riconoscere le relazioni fra i vocaboli del lessico affettivo e tra i componenti delle famiglie emotive che sono insiemi sfocati; capire in che relazione sono più emozioni tra di loro e come si modificano col tempo.
  • Regolazione consapevole delle emozioni che promuove la crescita emozionale e intellettiva: gestire le emozioni significa saper “utilizzare” e convivere con le emozioni proprie e degli altri.

Alfabetizzazione Emozionale

Nei lavori precedenti, ci siamo concentrati sull’importanza di riconoscere le emozioni e collocarle all’interno del nostro corpo, palcoscenico d’elezione dei nostri vissuti emotivi, seguendo i passi di quella che viene chiamata “alfabetizzazione emozionale”. Questo processo si compone di tre fasi fondamentali:
1. Una fase esplorativa, riflessiva e critica sul significato, sull’importanza e sull’origine delle emozioni, fase in cui è possibile cogliere l’eventuale presenza di false credenze, di distorsioni cognitive, di stereotipi che a livello di pensiero ostacolano l’emozionalità.
2. Imparare a dare un nome a ciò che sentiamo, iniziando a distinguere prima le emozioni fondamentali, poi quelle complesse.
3. Imparare a sentire nuovamente nel proprio corpo le diverse emozioni, divenendo in grado di collegarle alle sensazioni fisiche, alle espressioni facciali e corporee e ai pensieri che le accompagnano.

Comunicare emozioni

Ma quanto è difficile comunicare ciò che sentiamo?
Quante volte riusciamo a cogliere la nostra emozione, a nominarla e a comprenderla dentro di noi ma ci blocchiamo nel momento in cui dobbiamo esprimerla all’altro?
La funzione sociale primaria dell’emozione, è, forse, quella di mobilitare le persone per affrontare rapidamente incontri interpersonali importanti (Ekman, 1992). In generale, le emozioni orientano gli individui verso il proprio mondo e forniscono informazioni fondamentali sulla significatività personali degli eventi: comunicano ciò che le persone vogliono e necessitano. In realtà, è quasi impossibile prendere decisioni di azione senza un riferimento all’emozione (Damasio, 1994).
L’emozione fornisce un sistema di risposte capace di organizzare velocemente il comportamento di una persona nell’interesse di sicurezza, sopravvivenza o soddisfacimento di bisogni.
L’emozione è intrinsecamente sociale. Manifestare le emozioni incoraggia particolari reazioni dagli altri: di conseguenza, svolge un ruolo cruciale nell’organizzazione di interazioni. Queste manifestazioni, poi, evocano negli altri risposte emozionali complementari.
Le emozioni possono diventare maladattive mediante:
risposte emozionali represse: è possibile che, se lasciate inespresse, si presentino fuori contesto e limitino i modi in cui vengono elaborate la situazioni attuali.
emozioni travolgenti che, se non possono essere regolate, sono capaci di inondare i sensi e limitare il focus. La paura intensa, in particolare, esercita un controllo così rigido sull’elaborazione delle informazioni da eliminare, spesso, ogni parte del campo percettivo che non sembri offrire una via di fuga diretta (Izard e Youngstrom, 1996).
limitazioni di consapevolezza ed espressione emozionali che possono limitare e intrappolare una persona in spirali di emozioni e interazioni negative (“sequestro emotivo” Sonnino 2006).
Ad esempio, coppie in crisi interagiscono emotivamente a livello di emozioni reattive secondarie che sostengono risposte negative dai partner mantenendo, così, emozioni negative (ma per un migliore approfondimento sulla comunicazione in coppia aspetta i nostri prossimi articoli!).

Coltivare l’espressione emotiva

Proprio per tutti questi motivi è necessario allenarsi all’espressione delle proprie emozioni: secondo Goleman, infatti, l’intelligenza emotiva può essere sviluppata e potenziata attraverso un adeguato allenamento, diretto a individuare e riconoscere i sentimenti e le emozioni (nostri e altrui), a imparare ad esprimerli e gestirli in modo efficace e costruttivo.
Come possiamo allenarci a comunicare le emozioni?

  1. parlare dei sentimenti con efficacia
  2. saper ascoltare e saper fare domande
  3. distinguere tra ciò che qualcuno fa o dice e le tue reazioni al riguardo
  4. esporre il proprio punto di vista invece di incolpare gli altri

 

 

Per fare un’esperienza PRATICA vieni a trovarci il 17 OTTOBRE al Teatro Melos:
“Com’è difficile comunicare… Riparliamoci!”, condotto dal Dott. Luca Napoli.

Teatro Melos, Via dei Macelli, 11 Pistoia
Per informazioni e prenotazioni:
lucanapoli.psicoumanitas@gmail.com – 333 2169182 – 0573 1941263

 

 

Bibliografia

  • Damasio, A. R. (1994). Descartes’ error: Emotion, rationality and the human brain.
  • Ekman, P. (1992). An argument for basic emotions. Cognition & emotion, 6(3-4), 169-200
  • Goleman, D. (1995). Emotional Intelligence, 1995, tr. it. Intelligenza emotiva, Rizzoli, Milano.
  • Izard, C. E., & Youngstrom, E. A. (1996). The activation and regulation of fear and anxiety.
  • Napoli, L. (2010). I sogni come opportunità di cambiamento. Salani.
  • Plutchik, R. (1996). Psicologia e biologia delle emozioni. Bollati Boringhieri.
  • Salovey, P., Hsee, C. K., & Mayer, J. D. (1993). Emotional intelligence and the selfregulation of affect.
  • Sonnino, R., & Lo Iacono, A. (2008). Respirando le emozioni: psicofisiologia del benessere. Respirando le emozioni.
Facebook
Twitter
WhatsApp
Telegram

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Puoi leggere i sogni che abbiamo interpretato e scriverci il tuo sogno, noi lo interpreteremo per te.

Articolati correlati

Il seggio elettorale

Mi trovavo ad una festa, ma all’interno di questa festa c’era anche un seggio elettorale e veniva a votare anche Cossiga. Io, la mia ragazza

Leggi »

Sognare la nonna defunta

Sogno di Anna Ho sognato mia nonna morta sedici anni fa che voleva aiuto perché non riusciva a camminare e nessuno la aiutava poi è

Leggi »