La malattia è un conflitto tra la personalità e l’anima..
Il raffreddore “cola” quando il corpo non piange.
Il dolore di… gola “tampona” quando non è possibile comunicare le afflizioni.
Lo stomaco “arde” quando le rabbie non riescono ad uscire.
Il diabete “invade” quando la solitudine duole.
Il corpo “ingrassa” quando l’insoddisfazione stringe.
Il mal di testa “deprime” quando i dubbi aumentano.
Il cuore “allenta” quando il senso della vita sembra finire.
Il petto “stringe” quando l’orgoglio schiavizza.
La pressione “sale” quando la paura imprigiona.
Le nevrosi “paralizza” quando il bambino interno tiranneggia.
La febbre “scalda” quando le difese sfruttano le frontiere dell’immunità.
Le ginocchia “dolgono” quando il tuo orgoglio non si piega.
Il cancro “ammazza” quando ti stanchi di vivere.
Ed i tuoi dolori silenziosi?
Come ti parlano attraverso il tuo corpo?
La malattia non è cattiva, ti avvisa che stai sbagliando cammino {…}
ALEJANDRO JODOROWSKY
LA DEPRESSIONE E LE SUE MANIFESTAZIONI
Nella nostra società è altissimo il numero di persone che ogni anno cade in uno stato depressivo. “Il corpo grida quello che la bocca tace”, così diceva Jodorowsky e questa condizione è reale in molte persone.
Quando la bocca tace per molto tempo, la sofferenza si esprime attraverso altre vie, il corpo grida aiuto attraverso il suo linguaggio. La depressione viene intesa allora come una manifestazione di un disagio psichico ed emotivo che viene represso e si caratterizza da uno stato di malessere interiore che si manifesta sotto forma di tristezza profonda, indifferenza nelle relazioni interpersonali ed uno stato di stanchezza ed apatia. La persona, per lungo tempo nell’arco della giornata, prova sentimenti di tristezza, piange inspiegabilmente o perde interesse per le attività usuali (Janet al al., 2010).
I sintomi principali della depressione sono uno stato emotivo caratterizzato da profonda tristezza e incapacità di vivere il piacere. L’umore varia dall’indifferenza all’apatia a un profondo abbattimento, scoraggiamento e disperazione. L’anedonia, la totale incapacità di provare piacere, è una caratteristica costante; viene esperita come mancanza di goia e rivelata nell’espressione facciale, nel discorso, nel comportamento e nello stile di vita.
E’ un disturbo multifattoriale che colpisce profondamente le emozioni, i pensieri, il senso del sé, i comportamenti, le relazioni interpersonali, il funzionamento fisico, i processi biologici, la produttività del lavoro e la soddisfazione complessiva della vita degli individui (Murray & Lopez, 1996). Molte sono le cause scatenanti della depressione, può essere per esempio lo stress sul lavoro, a casa o a scuola.
L’incapacità di relazionarsi con un cambiamento o una nuova situazione è insieme causa e conseguenza principale dello stato depressivo.
Nella maggior parte dei casi l’individuo è perfettamente conscio del suo stato, vorrebbe agire e cambiare la sua situazione ma il suo livello di energia è talmente basso che non riesce a trovare interesse a compiere l’azione, questa gli appare inutile o difficilmente realizzabile.
COSA INNESCA QUESTA PREDISPOSIZIONE
Spesso ci chiediamo cosa possa innescare questa predisposizione verso il vissuto depressivo. Alexander Lowen sosteneva che l’assenza di contatto caldo e incondizionato della madre induce il bambino a trovare istintivamente una difesa per sopravvivere, congelando le emozioni, soffocando la rabbia, la frustrazione e il dolore. E’ da qui, secondo l’autore, che l’energia del bambino viene ritirata dalla periferia al centro del corpo e si forma il nucleo primario della predisposizione depressiva a livello corporeo (La depressione e il corpo ed. it. 1980, p.99).
Questa predisposizione rimane silente fino a che in età adulta non avvengono cambiamenti importanti di vita o una perdita affettiva, come la fine di una relazione, di un’amicizia o la perdita di un lavoro. A livello fisico accade che l’energia si ritira verso il centro del corpo e contemporaneamente impariamo a negare la realtà del nostro sentire rimanendo dentro tale condizione psicofisica di dolore per un tempo porta a sviluppare un quadro depressivo.
Il corpo perde quindi la capacità di protendersi verso le relazioni interpersonali e la rabbia diventa il sentimento dominante e sequestrante connesso a questo vissuto.
TENDENZA A DEPRIMERSI
Nella nostra pratica clinica e del nostro modo di vivere e vedere la sintomatologia psicologica e soprattutto emozionale preferiamo parlare di Tendenza a Deprimersi. L’accento in questo modo è sul processo in sé, un processo dinamico ed in divenire, che può essere trasformato, attraverso e grazie la psicoterapia, tornando così ad stato di benessere e funzionamento.
Ci sembra importante parlare di vissuti soggettivi e del tutto propri dell’individuo senza scadere nella categorizzazione di stati passeggeri, come appunto la depressione, che con l’uso di questa nomenclatura possono apparirci statici ed immutabili.
Il nostro approccio, Umanistico Bioenergetico, tratta questi disagi interiori come processi in continuo fluire e le emozioni congelate dietro questo vissuto, in particolare, necessitano così di essere viste, ascoltate e di fluire appunto nel proprio corpo.
STRATEGIE PER AFFRONTARLA
“La sola cura della depressione consiste nell’allargare il significato della vita aumentando il piacere della vita stessa” (Lowen)
Nella depressione, il corpo è “immobile”, sequestrato dalla tristezza e dalla profonda angoscia e vi è un ristagno di energie vitali che impediscono alla mente al corpo di fronteggiare e rispondere in modo efficace agli stimoli. La respirazione è superficiale e bloccata, vi è scarso movimento fisico e difficoltà di espressione emotiva. Quando ci soffermiamo sullo sguardo della persona depressa, difficilmente questo sguardo esprime emozione e vitalità.
Nel nostro approccio, quello Umanistico-Bioenergetico, dunque si cerca di sciogliere queste rigidità muscolari e stasi di energia, esprimendo le sensazioni che albergano nel soggetto, scaricando le emozioni sequestranti e recuperando il flusso energetico.
Tre sono le tecniche che possiamo utilizzare per restituire al corpo e alla mente vitalità:
1. RESPIRAZIONE: Come abbiamo detto in tale disturbo la respirazione è molto ridotta e l’effetto di tale riduzione nei processi biologici fondamentali del corpo consiste in una diminuzione della reattività emozionale. Allentare quindi le tensioni a livello fisico, che riflettono le tensioni psicologiche ad esse associate, può portare la persona a superare la tendenza verso depressione.Stimolare la respirazione ci aiuta ad aumentare il movimento del corpo e questo può consentire al soggetto di superare la propria condizione depressiva. Importante è quindi attivare la funzione respiratoria sviluppando la respirazione diaframmatico-pelvica, che permette al corpo di riacquisire carica energetica e quindi vita.
2. RADICAMENTO: Agli esercizi di respirazione ne vengono associati altri che sviluppano il radicamento, ovvero il proprio grounding, la relazione del corpo con il terreno, con la realtà. Trovare il proprio grounding ci permette di affermare che siamo radicati nella nostra realtà e che non abbiamo più bisogno di aggrapparci a delle illusioni.
“Restituire al paziente la sensazione di essere radicato in terra attraverso i piedi è la fase finale della terapia. Ciò consente al paziente di riacquistare la propria posizione eretta in qualità di persona. Gli conferisce la piena mobilità e motilità corporea. Che significa che può muoversi liberamente nella vita”(Lowen)
3. BODY SCANNER: Con questa tecnica si apprendono una serie di esercizi mentali basati sull’ascolto e sulla contemplazione di ciò che accade spontaneamente nel proprio corpo e nella propria mente. Mira a stimolare la consapevolezza corporea facilitando il processo di attenzione del soggetto su singoli distretti. Consiste in una scansione dettagliata delle percezioni che derivano da tutto il corpo partendo lentamente dalle estremità.
BIBLIOGRAFIA
Alexander Lowen. La depressione e il corpo. La base biologica della fede e della realtà, , Astrolabio-Ubaldini, Roma 1980
Janet M. Torpy, MD; Alison E. Burke, MA;Richard M. Glass, MD(2010).Depression. JAMA. 2010 ; 303(19):1994
Murray C.J.L., Lopez A.D. (1996). The global burden of disease. Harvard Univ.Press, Cambridge, MA.1996