GHB, la droga dello stupro

Tratto dall’articolo di Bernard Calvino pubblicato sulla rivista “Mind” di luglio 2023


Fa male ma cos’e?

È una sostanza che fa perdere i freni inibitori e la resistenza fisica e per questo è utilizzata per raggiungere stati di euforia durante le feste, perché favorisce la socialità e aumenta il desiderio sessuale.

Solitamente il GHB è assunto per via orale, in genere mescolato con bevande, come il succo d’arancia, allo scopo di mascherarne il gusto salato.

Difficilmente il consumatore abituale di GHB conosce la quantità di principio attivo che sta assumendo: la molecola è sintetizzata senza particolari difficoltà utilizzando ricette disponibili via internet che richiedono ingredienti facilmente reperibili.

Gli effetti del GHB cominciano generalmente a distanza di 5-20 minuti dall’assunzione e durano da 1 fino a 3 ore; inoltre la gestione della sostanza risulta enormemente complicata dal fatto che anche piccoli incrementi della dose possono condurre ad effetti inaspettati.

A basse dosi (circa 1-2 grammi) presenta effetti molto simili a quelli dell’alcol: i consumatori riportano sensazioni di piacere diffuso, rilassamento e tranquillità, ma anche riduzione delle inibizioni sessuali, euforia e aumento della tendenza a verbalizzare.

Il GHB deve la sua fama alle proprietà “pro-sessuali“, poiché gli effetti comprendono disinibizione, aumento della sensibilità tattile e della capacità erettile nei maschi e una maggiore sensibilità al momento dell’orgasmo.

Bisogna, inoltre, ricordare che il passo tra dose stupefacente e dose tossica è molto breve: da un effetto di piacevole stordimento si può passare rapidamente ad uno stato di incoscienza, al quale possono seguire forte sonnolenza, narcosi, convulsioni, vomito e depressione respiratoria, sino ad arrivare al coma e, in casi estremi, alla morte.

 

Identikit del consumatore

Il GHB è entrato nella scena “Tecno” agli inizi degli anni ’90 e i frequentatori di discoteche o “rave party” sono sicuramente i principali utilizzatori di GHB.

Seguono, poi, predatori sessuali che sono attratti dagli effetti disinibenti ed euforici.

Il GHB ha cominciato a circolare diversi anni fa anche negli ambienti del fitness (palestre), divenendo rapidamente popolare presso gli sportivi come sostanza “dopante” per la sua attività stimolatoria sugli ormoni della crescita.

Numerosi body builders ed altri atleti, infatti, utilizzano il GHB quotidianamente per i suoi effetti anabolizzanti divenendo, per questo, soggetti maggiormente a rischio di dipendenza.

L’utilizzo ricreazionale di GHB coinvolge, inoltre, numerosi professionisti che, viaggiando frequentemente, utilizzano la sostanza come tranquillante per indurre il sonno.

Anche i soggetti anziani sono da considerarsi vittime potenziali dell’abuso di GHB e questo poiché, tra i tanti effetti della molecola, vi sarebbe anche un’ipotetica azione anti-aging.

 

In un servizio della trasmissione “Cartabianca” del 2021, il giornalista intervista un ragazzo che afferma di assumere il GHB quando ha voglia di fare sesso, in particolar modo il “chem sex” (sesso chimico).

Il ragazzo, Andrea (nome di fantasia) adesso si sta disintossicando dopo anni di abuso di questa sostanza: afferma che ha iniziato a farne uso “a causa di un importante senso di disagio e inadeguatezza” e che ha smesso perché “ho pensato di essere meglio di così”.

Afferma inoltre: “non va associato all’alcool perché altrimenti si entra nel famoso G hole e si perde il controllo. Ti risvegli e non sai dove sei, chi c’è intorno a te, cosa è successo”.

La sensazione di noia e disagio è molto presente in chi fa uno di queste sostanze.

 

Al contempo euforizzante e rilassante, la pericolosità del GHB proviene dal fatto che è consumato insieme ad altre sostanze tossiche, in particolare l’alcool, che ne potenzia gli effetti: in chi lo assume si osservano disinibizione, comportamenti aggressivi, allucinazioni uditive e visive, disturbi del movimento, amnesia e sonnolenza.

Per questi motivi, nel 1989 la FDA (Food and Drug Administration) ha classificato il GHB come droga e l’ha ritirato dal commercio negli Stati Uniti.

 

Ma da dove proviene il GHB?

Fu sintetizzato nel 1960 dal chirurgo e neurobiologo francese Henri Laborit, il quale parte dalla constatazione che nel sistema nervoso centrale il GABA ha un ruolo inibitore ma è incapace di attraversare la barriera protettiva del cervello: da qui deriva l’idea di sintetizzare il GHB, il quale invece è in grado di attraversare la barriera.

Grazie a numerosi esperimenti, Laborit rivela che il GHB provoca un’attività ipnogena (vale a dire il sonno) che si accompagna a un aumento del sonno REM.

Ulteriori studi, hanno mostrato che è agendo sui recettori GABA-B, soprattutto a livello del talamo, che il GHB facilita il sonno.

Inoltre, Laborit propone di usare il GHB per curare alcuni disturbi neurologici con contrazioni muscolari, l’epilessia e l’agitazione psicomotoria.

 

Come agisce il GHB?

A partire dai lavori di Laborit, molti scienziati si sono interessati a questa molecola per comprendere come e perché presenta le sue proprietà farmacologiche.

L’attività del GHB risulta dal suo rapporto con due tipi di recettori: imita gli effetti del GABA fissandosi sui recettori cerebrali GABA-B e agisce sui propri recettori, i recettori GHB.

Michel Maitre ha identificato questi recettori e in un studio del 2007 ha affermato che: “tali recettori si trovano soprattutto nell’ippocampo, nella corteccia, nel corpo striato, nel talamo, nel cervelletto e nei bulbi olfattivi”.

Secondo lo stesso Maitre, allora: “il ruolo benefico del GHB sarebbe la conseguenza di un adattamento dei circuiti GHB endogeni che controllano la liberazione di certi neurotrasmettitori, in seguito a un aumento dei tassi del GHB cerebrale, derivante dal consumo della sostanza”

Inizialmente però, il GHB non aveva questa reputazione negativa legata allo stupro, ma anzi era stato messo a punto per i suoi effetti benefici nella cura di diverse problematiche.

Ma vediamole nello specifico.

  • Narcolessia: i pazienti soffrono di eccessiva sonnolenza diurna, allucinazioni, episodi di sonno improvvisi e stati di paralisi mentre parlano.
    La cura abituale di questa malattia si appoggia a stimolanti psicomotori e antidepressivi, che fanno stare meglio i pazienti ma presentano effetti secondari importanti e possono provocare tolleranza e dipendenza. Da qui nasce l’interesse per il GHB nella cura di tutti i sintomi della narcolessia, in quanto gli effetti sono moderati e la molecola ben tollerata.
  • Sindrome di astinenza da alcool: il GHB presenta un’attività simile a quella dell’alcool e inoltre stimola i recettori GABA-B nel circuito che collega la corteccia al sistema limbico, cosa che provoca un aumento della liberazione della dopamina.
    Dato che il GHB è eliminato rapidamente e non provoca tolleranza, le sue azioni consentono al sistema nervoso centrale di ritrovare un equilibrio, indispensabile per riprendersi dalla sindrome di astinenza da alcool.
  • Abuso di oppiacei: in diversi studi italiani e statunitensi è stato mostrato che il GHB è un’alternativa efficace al metadone come cura sostitutiva per disintossicarsi dagli oppiacei.
    Nello specifico, nello studio italiano il GHB era somministrato in dosi da 25 mg per kg di peso: questa posologia sopprimeva i sintomi di astinenza in alcuni eroinomani.
    Ancora, nello studio statunitense, il GHB era prescritto a dosi di 1,75 gr al giorno e i pazienti, con tale posologia, hanno ridotto il consumo di eroina e sostanze non oppiacee.
  • Fibromialgia: oltre al dolore, gli altri sintomi che caratterizzano questa malattia sono fatica, irregolarità del sonno e rigidità mattutina.
    Un recente studio ha mostrato che il GHB riduce il dolore, la stanchezza dei pazienti e ne migliora la qualità di vita.
    È importante dire, però, che il GHB non è ancora autorizzato nella cura della fibromialgia sul territorio europeo e sono quindi ancora necessari studi complementari.
  • Malattia di Alzheimer: il GHB avrebbe un ruolo preventivo nella cura di questa malattia.
    Studi condotti su animali, hanno mostrato che favorisce l’espressione di geni che abbassano la neuroinfiammazione e quindi aiuta a proteggere i neuroni.

 


 

Bibliografia:

  • Maitre M. “A Proposed Preventive Role for Gamma-Hydroxybutyrate in Alzheimer’s Disease”, in “Alzheimer’s Research & Therapy”, 2016.
  • Busardò F.P. “Clinical Applications of Sodium Oxybate: from Narcolepsy to Alcohol Withdrawal Syndrome”, in “European Review for Medical and Pharmacological Sciences”, 2015)
  • Russell I.J. “Sodium Oxybate Relieves Pain and Improves Function in Fibromyalgia Syndrome: a Randomized, Double-Blind, Placebo-Controlled, Multicenter Clinical Trial”, in “Arthritis & Rheumatology”, 2009).

 

 A cura di Alice Succi Cimentini

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