Gli adolescenti di oggi alla ricerca della propria identità di genere

Riflessioni tratte dall’intervento tenuto da Maria Rita Parsi, Luca Napoli e Angela Gangeri
entro il progetto di collaborazione tra l’I.C. “Raffaello” di Pistoia e l’Istituto di Psicoterapia Psicoumanitas ad orientamento Umanistico e Bioenergetico

“Per me la cosa più importante è che Valentijn sia una persona felice”.

Questo il messaggio con cui si è aperto l’incontro tra esperti e genitori sul tema dell’identità di genere. Si tratta delle parole di una madre tratte dal documentario H. Nietsch che racconta la vita di un bambino di otto anni alle prese con la propria identificazione sessuale, il confronto con gli altri, la difficile scelta circa il passaggio dal genere biologico maschile al genere femminile in cui da adulto sceglierà di realizzarsi. Forse non esiste un modo altrettanto bello per esprimere l’amore per il proprio figlio, ma quanto è complesso sostenere i propri ragazzi nella ricerca della loro identità di genere senza scontrarsi con i propri e altrui stereotipi e pregiudizi? Quante volte i giovani, ancora alla ricerca del proprio orientamento sessuale o che manifestano timidamente la loro identità diversa da quella biologica, sono oggi scherniti, rifiutati, umiliati fisicamente e psicologicamente?

Ecco che diventa molto importante che genitori ed educatori imparino a conoscere le possibilità di sviluppo, a dare ascolto e ad accompagnare i propri ragazzi ad una serena consapevolezza di sè. L’adolescenza costituisce il periodo fondamentale nella vita di ciascun individuo per la costruzione di tale consapevolezza, che si concretizza nella definizione della propria identità. Questa è una delicata fase di passaggio in cui il ragazzo si interroga sui propri cambiamenti, i propri desideri e progetti tentando di raggiungere una chiara lettura della realtà ed un’identità che sia unica, autentica e personale e ciò significa anche porsi delle domande sull’essere maschio o femmina, ossia sulla propria identità sessuale.

Parlando dello sviluppo dell’identità sessuale di genere, che Maria Rita Parsi definisce come “la propensione eccezionale, importante e fondamentale con la quale tu ti senti in armonia o in disarmonia con la tua corporeità, con il tuo corpo congruente o incongruente”, dobbiamo distinguere tre componenti. Il genere sessuale costituito dalla dimensione bio-fisiologica determinata dalla differenziazione degli organi genitali; l’identità di genere, che consiste nella sensazione intima che ogni persona ha del proprio genere sessuale definito da Money come “il senso di se stesso, l’unità e la persistenza della propria individualità maschile e femminile intesa come esperienza di percezione sessuata di se stessi e del proprio comportamento”;  l’identità di ruolo, che rappresenta il riscontro sociale delle precedenti ed è strettamente legata ai rapporti con le altre persone, consiste dunque in tutto ciò che una persona dice o fa per indicare agli altri e a se stesso l’appartenenza a un determinato sesso o l’ambivalenza rispetto ad esso.

La nostra identità, infatti, è una costruzione complessa e dinamica che comincia a diversificarsi già dal grembo materno, aggiunge la dottoressa Parsi, “nascere maschio e nascere femmine è completamente diverso e queste differenze di possibilità e propensione saranno il codice iniziale del rapporto fondamentale che poi si stabilirà con la propria identità sessuale di genere. Il processo di costruzione dell’identità avviene dunque passando attraverso l’identificazione con l’altro prima e la differenziazione dall’altro poi e saranno proprio le circostanze ambientali a rischiare di riorientare lo sviluppo del progetto: quello che noi siamo lo siamo in potenza e lo diventiamo a meno che non interferisca nulla dall’esterno.

E’ quindi importante ed urgente sostenere l’adolescente nelle sue trasformazioni e l’attuale confusione rispetto a questo tema costringe a porre un’attenzione diversa all’adolescenza e in particolare al periodo puberale. Se è vero che le relazioni hanno un valore rilevante nella costruzione dell’identità, in ogni fase del processo di crescita è indispensabile l’apporto dell’adulto. In particolare il preadolescente e l’adolescente hanno innanzi tutto bisogno di trovare un punto di riferimento in adulti capaci di dare segnali precisi e facilmente decodificabili ai quali questi possano adattarsi od opporsi. E’ fondamentale in questo il “vissuto di amore” di cui i ragazzi fanno esperienza con i propri genitori, sottolinea Maria Rita Parsi.

Le cure, il calore, la possibilità di sperimentare il piacere e la gratificazione del corpo, la sicurezza e il supporto risulteranno fortemente significativi per lo sviluppo dell’identità di genere. Smetterla di considerare la propria sessualità come qualcosa di estraneo significa smetterla di oscillare tra un senso di alienazione e uno di inquietudine. Purtroppo troppo spesso gli adolescenti “incerti” sulla propria definizione sessuale di genere sono sottoposti a sguardi accusatori e considerati “malati”.

E’ necessario invece aiutare loro a liberarsi di queste pesanti definizioni per riappropriarsi della capacità di guardarsi con i propri occhi e sentirsi liberi di definire la propria adeguatezza e consapevolezza a partire dal proprio sentire, dalla possibilità di sentirsi in armonia con il proprio corpo ed il proprio senso di sé. Una nota merita la riflessione portata all’attenzione degli insegnanti dell’I.C. Raffaello, che di questo intervento si sono fatti principali interlocutori e partecipanti.

Il loro interesse sembra nascere dalla complessità sperimentata nell’accompagnare l’adolescente alle prese con il raggiungimento di un equilibrato senso di identità di genere, nel costante confronto con i pari, in un movimento di fluttuazione tra sentimenti di conformismo e autonomia. In questo risultano fondamentali anche le indicazioni fornite dalla Raccomandazione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa agli Stati membri sulle misure dirette a combattere la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale o l’identità di genere.

Risultano significativi in particolare gli articoli 31 e 32 che sottolineano l’importanza di “adottare le misure legislative o di altro tipo appropriate…al fine di garantire l’effettivo godimento del diritto all’istruzione, senza discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere; … il rispetto del diritto dei bambini e dei giovani all’educazione in un ambiente scolastico sicuro, al riparo dalla violenza, dalle angherie, dall’esclusione sociale o da altre forme di trattamenti discriminatori e degradanti legati all’orientamento sessuale o all’identità di genere”; “misure appropriate a ogni livello per promuovere la tolleranza e il mutuo rispetto a scuola, a prescindere dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere”.

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