Parlare di genitorialità

La parola genitorialità, secondo il dizionario, indica la condizione di genitore e, anche, l’idoneità a ricoprire effettivamente il ruolo di padre o di madre.
Tale definizione non può che essere considerata come una piccola parte della complessità di fattori, emozioni, pensieri che comprende il diventare genitore.

Diventare genitore è una transizione cruciale della vita adulta, non solo perché segna il passaggio da coppia a famiglia, ma anche perché rappresenta una svolta nella vita degli individui. Questo processo di transizione non si esaurisce a livello intrapsichico, ma impone una ristrutturazione anche sul piano relazionale. La genitorialità, infatti, non coincide con l’evento della nascita ma è connessa a un lungo processo di elaborazione delle proprie relazioni affettive, che determina un’alterazione dell’equilibrio della coppia. Questa alterazione può portare alla creazione di un nuovo equilibrio che favorisce una relazione armoniosa bambino-genitori, ma può anche creare una situazione di disagio psichico che può causare sofferenza al bambino, ai genitori e alla famiglia stessa.

 

Gli stadi della gravidanza

La gravidanza, può essere distinta in tre periodi ognuno dei quali corrisponde a tre diverse fasi dello sviluppo fetale (Brazelton, Cramer,1990):
1) Nel primo stadio, la novità della gravidanza è accompagnata dai mutamenti del corpo della madre ma non è ancora evidente l’esistenza del feto.
2) Nel secondo stadio i genitori cominciano a riconoscere il feto come un essere che alla fine verrà separato dalla madre. Attraverso la percezione dei movimentali fetali, la madre comincia a individuare il bambino come diverso da sé e come possibile oggetto di una relazione.
3) Nel terzo stadio i genitori iniziano a sperimentare il figlio come individuo. In questa fase i movimenti fetali, influenzati dai vari stimoli esterni, diventano sempre più frequenti e iniziano a essere riconosciuti dai genitori che gli attribuiscono intenzionalità e caratteristiche personali. È proprio in questa fase che i genitori cominciano concretamente a preparare la casa per accogliere il bambino e a immaginare come sarà. Prende forma nella mente dei genitori il cosiddetto “bambino immaginario”, cioè un’immagine di un figlio che corrisponde alle fantasie coscienti dei genitori sul bambino non ancora conosciuto.

Nella gravidanza avviene quindi una riorganizzazione totale dell’immagine di sé, in cui si assiste ad una continua oscillazione tra realtà e fantasia: lo sbilanciamento nei confronti dell’uno o dell’altro polo può rendere difficoltoso l’adattamento alla realtà (quando prevale l’aspetto fantasmatico) o può determinare, viceversa, una negazione del processo della gravidanza (quando si verifica una limitazione delle fantasie).

 

Dalla coppia alla famiglia

E fondamentale che la nascita del bambino venga preceduta dall’elaborazione della crisi legata al passaggio della coppia dalla dimensione diadica a quella di genitori.
Il passaggio dalla relazione a due alla relazione a tre, infatti, comporta una serie di profonde modificazioni nel mondo della coppia: ciò porta entrambi i neo-genitori alla rivisitazione e alla ristrutturazione di numerosi aspetti. Si creano fantasie, aspettative e desideri su come la vita, le abitudini, la casa verranno trasformate da questo evento. Fantasie e aspettative che poi troveranno più o meno conferme nel verificarsi della realtà.
Il processo del divenire genitori dovrebbe quindi essere un’evoluzione e una crescita della coppia, non una “rottura”.
In questo senso, il livello di relazione coniugale deve essere mantenuto ma anche riorganizzato per fare posto, nella coppia, al bambino, con lo scopo di garantire un ambiente familiare sano e protetto.
Inoltre, la transizione alla genitorialità impone ristrutturazioni anche a livello relazionale con la propria famiglia d’origine, rendendo necessaria una rinegoziazione dei rapporti intergenerazionali. Per concludere, tale evento è qualcosa che modifica profondamente e durevolmente le singole personalità dei genitori, i loro rapporti con le famiglie d’origine e la coppia nel suo insieme, la quale diventa una “famiglia”.

Emozionarsi

Nel nostro approccio umanistico e bioenergetico diamo molto spazio alle emozioni, validando i vissuti di ogni persona e aiutandola ad entrare in contatto con essi, non solo attraverso il pensiero, ma anche e soprattutto a livello corporeo.
Imparare a riconoscere, nominare e gestire le proprie emozioni risulta una risorsa fondamentale per i futuri o i neo-genitori, soprattutto in un momento così cruciale in cui le abitudini, le dinamiche e le circostanze cambiano e si trasformano velocemente.
E allora perché non affrontare questo cambiamento, questa cruciale transizione riscoprendo il proprio modo di sentire le emozioni, di viverle in modo intrapersonale, ma anche di condividerle e riportarle a livello relazionale, arricchendo e potenziando l’universo coppia, futura famiglia, famiglia.

 

Bibliografia

Brazelton, T. B., & Cramer, B. G. (1990). The earliest relationship: Parents. Infants, and.

 

Sitografia

http://www.humantrainer.com/articoli/genitorialita-coppia-famiglia.pdf

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