Ozempic e obesità: una benedizione o un pericolo?

Ozempic e obesità

A cura di Eleonora Boninsegni e Alessia Casati.

L’obesità è una condizione ormai dilagante, non si parla di pochi individui in tutto il mondo, ma di centinaia di milioni. Nel 2016, infatti, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha contato almeno 650 milioni di persone affette da obesità.

Quali sono le cause dell’obesità? Una piccola percentuale è causata da malattie o alterazioni metaboliche, ma nella maggior parte dei casi è il risultato dello stile di vita adottato dalla persona e delle sue abitudini alimentari. Uno stile di vita disequilibrato può portare con sé alcune malattie quali il diabete, ma anche stati di depressione o di ansia che peggiorano in modo importante la qualità di vita della persona. Infatti, sono stati riscontrati influenze dello stato emotivo sulla condotta alimentare (emotional eaters), soprattutto nelle persone che soffrono di obesità, questo porterebbe al perpetuarsi di un circolo vizioso (Sauro et al., 2006).

Fino ad adesso si è tentato di lavorare, dunque, sulla responsabilità individuale per cercare di favorire la creazione di abitudini più sane e comportamenti alimentari più bilanciati. Questo, però, come afferma Ruban in un articolo, ha avuto risultati moderati per quanto riguarda la perdita di peso. Quindi, le strategie comportamentali potrebbero non risolvere in modo completo il problema. Ultimamente si è, però, iniziato a parlare di una nuova classe di farmaci, “analoghi del GLP-1” che potrebbero essere rivoluzionari. Questi farmaci, quali l’Ozempic, nascono come medicinali per trattare persone affette da diabete di tipo II, ma si sono osservati anche molti effetti sul peso corporeo. Gianleone Di Sacco afferma come questi farmaci fanno sì non solo che la persona mangi meno poiché percepisce un minor senso di fame, ma anche che scelga spontaneamente cibi meno grassi. L’Ozempic lavora a livello celebrale sui circuiti che hanno a che fare con il senso di sazietà e di pienezza, ma interagisce anche con i sistemi della ricompensa e del piacere. Aiuta le persone nella lotta contro la “dipendenza da cibo” modulando i livelli di dopamina, e proprio per questo alcuni studi stanno iniziando a testare l’ipotesi che possa essere utilizzato per le dipendenze.

Se da una parte, quindi, questa classe di farmaci potrebbe essere una scoperta pionieristica per il trattamento dell’obesità dall’altra in realtà presenta molte insidie. Ad esempio, come è successo negli Stati Uniti, potrebbero essere assunti da persone non obese per raggiungere i canoni estetici promulgati dalla società. Questo sembrerebbe estremamente e pericolosamente plausibile negli adolescenti.

Infatti, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), parla dell’utilizzo di questi farmaci per scopi dimagranti off-label; quindi, non ne è vietato l’utilizzo, ma non è nemmeno consigliato. Inoltre, alcuni racconti di persone obese riportano come i chili persi vengano completamente riacquisiti dopo l’interruzione del farmaco.

A prescindere dalla funzionalità del singolo intervento è importante ricordare che senza una convergenza di strategie non si avranno mai risultati soddisfacenti e permanenti. Il trattamento di disturbi come l’obesità non può prescindere da una sinergia di professionisti quali medico, nutrizionista, psicologo e fisioterapista (Cartabellotta & Montomoli, 2015). In particolare, considerando l’importanza dell’impatto che hanno gli eventi stressanti e gli stati emotivi negativi sul comportamento alimentare, è fondamentale il supporto psicologico in ogni fase del trattamento. Esso permette anche di comprendere al meglio i fattori scatenanti, quelli di rischio e di mantenimento. Solo così è possibile andare a lavorare sulle abitudini della persona promuovendo qualità di vita.


Bibliografia:

  • Cartabellotta, A. & Montololi, M. (2015). Linee guida per l’identificazione, la valutazione e il trattamento di sovrappeso e obesità.
  • Sauro, C., Ricca, V., Batini, S., Natrella, L., Lejeune, F., Rotella, F., … & Faravelli, C. (2006). Stress e disturbi alimentari psicogeni. Giorn Ital Psicopat, 12, 5-19.
  • Sgorbissa, F. (2024). I farmaci che curano e ridefiniscono l’obesità. Mind, 2024, n.230
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