Il mio campo di concentramento

Sogno di Giada

Dentro un capannone di lamiera si sintetizza droga su dei grandi tavoli al centro, la luce filtra da dei vetri sul tetto, e su un lato c’è un gradone di cemento dove sono seduti gli schiavi della fabbrica. Io sono un uomo di circa 30/40 anni e sono uno schiavo. Ho male ai denti perché è come se avessi un morso di ferro, ho la sensazione di essere stretto al collo e di non riuscire a respirare. Si può uscire momentaneamente dal capannone per respirare meglio, ma dopo un po’ le guardie della fabbrica cominciano ad impedircelo. Io sento di morire perché respiro davvero a fatica, allora decido di scappare, ma le guardie mi inseguono. C’è una macchina parcheggiata e io voglio andare a sbattere la testa contro il finestrino per suicidarmi, ma quando lo sto per fare cambio personaggio. Ora sono una guardia, sto correndo insieme ad altre tre o quattro e adesso respiro benissimo. Chiedo cosa stiamo facendo e perché si riesce a respirare così bene: stiamo cercando un fuggitivo del capannone e abbiamo un tubo su naso e bocca che ci collega all’aria di ricircolo della fabbrica, aria piena di droga. Correndo arriviamo ad una chiesa abbandonata su una piccola collina, ma qui cambio di nuovo personaggio: sono una ragazza di circa 20 anni e mi sto nascondendo nella chiesa insieme ad una coetanea. Le guardie vengono a stanarci e per un po’ riusciamo a scappare insieme dentro la chiesa, ma poi la ragazza viene presa, io penso a me stessa e scappo. Sempre correndo arrivo in una piazzetta e sono di nuovo l’uomo di 30/40 anni della fabbrica, vedo ai lati della piazzetta due o tre uomini con dei cappotti lunghi che dovrebbero inseguirmi, ma non lo fanno perché non mi vedono. Corro su una piccola collina, e appena sotto di essa c’è il centro di Firenze, con la cattedrale a sinistra. Penso di correre alla stazione e tornare a casa, ma in quel momento, come se ci fossero degli altoparlanti, viene annunciato il coprifuoco e che stanno per arrivare i nazisti. Tutti devono rientrare nelle proprie case, ma chi sarà scoperto a nascondere degli ebrei verrà punito. Il centro di Firenze si svuota, ma io adesso sono una persona ebrea. Corro ancora e busso a una casa dove abita una numerosa famiglia latino americana, e chiedo che mi nascondano. Loro mi portano nella grande mansarda, dove sembra sempre che si aggiungano nuove stanze, ci sono tantissimi oggetti ma la mansarda sembra vuota tanto è grande. Provo a nascondermi nel doppio fondo di un armadietto, ma mi viene detto che non è sicuro. Mi mettono contro una parete e cominciano a ricoprirmi di scatole per nascondermi, eppure sbucano sempre i miei calzini rossi. In più questa parete è visibile dalla strada grazie ad una finestra, ma non sembra essere un problema. La ragazza latino americana che mi mette queste scatole addosso mi dice di non preoccuparmi, che mi nasconderanno meglio dopo, perché tanto sono le quattro del pomeriggio e i nazisti arriveranno verso sera. Io ho paura perché non mi fido, ma qui il sogno finisce.

 

Il sogno può essere suddiviso nelle seguenti scene:

  • Dentro un capannone di lamiera si sintetizza droga su dei grandi tavoli al centro, la luce filtra da dei vetri sul tetto, e su un lato c’è un gradone di cemento dove sono seduti gli schiavi della fabbrica. Io sono un uomo di circa 30/40 anni e sono uno schiavo. Ho male ai denti perché è come se avessi un morso di ferro, ho la sensazione di essere stretto al collo e di non riuscire a respirare.
  • Si può uscire momentaneamente dal capannone per respirare meglio, ma dopo un po’ le guardie della fabbrica cominciano ad impedircelo.
  • Io sento di morire perché respiro davvero a fatica, allora decido di scappare, ma le guardie mi inseguono.
  • C’è una macchina parcheggiata e io voglio andare a sbattere la testa contro il finestrino per suicidarmi, ma quando lo sto per fare cambio personaggio.
  • Ora sono una guardia, sto correndo insieme ad altre tre o quattro e adesso respiro benissimo. Chiedo cosa stiamo facendo e perché si riesce a respirare così bene: stiamo cercando un fuggitivo del capannone e abbiamo un tubo su naso e bocca che ci collega all’aria di ricircolo della fabbrica, aria piena di droga.
  • Correndo arriviamo ad una chiesa abbandonata su una piccola collina,
  • ma qui cambio di nuovo personaggio: sono una ragazza di circa 20 anni e mi sto nascondendo nella chiesa insieme ad una coetanea.
  • Le guardie vengono a stanarci e per un po’ riusciamo a scappare insieme dentro la chiesa,
  • ma poi la ragazza viene presa,
  • io penso a me stessa e scappo.
  • Sempre correndo arrivo in una piazzetta e sono di nuovo l’uomo di 30/40 anni della fabbrica, vedo ai lati della piazzetta due o tre uomini con dei cappotti lunghi che dovrebbero inseguirmi, ma non lo fanno perché non mi vedono.
  • Corro su una piccola collina, e appena sotto di essa c’è il centro di Firenze, con la cattedrale a sinistra.
  • Penso di correre alla stazione e tornare a casa, ma in quel momento, come se ci fossero degli altoparlanti, viene annunciato il coprifuoco e che stanno per arrivare i nazisti. Tutti devono rientrare nelle proprie case, ma chi sarà scoperto a nascondere degli ebrei verrà punito
  • Il centro di Firenze si svuota, ma io adesso sono una persona ebrea.
  • Corro ancora e busso a una casa dove abita una numerosa famiglia latino americana, e chiedo che mi nascondano.
  • Loro mi portano nella grande mansarda, dove sembra sempre che si aggiungano nuove stanze, ci sono tantissimi oggetti ma la mansarda sembra vuota tanto è grande.
  • Provo a nascondermi nel doppio fondo di un armadietto, ma mi viene detto che non è sicuro.
  • Mi mettono contro una parete e cominciano a ricoprirmi di scatole per nascondermi, eppure sbucano sempre i miei calzini rossi. In più questa parete è visibile dalla strada grazie ad una finestra, ma non sembra essere un problema. La ragazza latino americana che mi mette queste scatole addosso mi dice di non preoccuparmi, che mi nasconderanno meglio dopo, perché tanto sono le quattro del pomeriggio e i nazisti arriveranno verso sera. Io ho paura perché non mi fido.

I simboli o topoi sono: capannone, lamiera (ferro), droga, tavoli, luce, vetri, tetto, gradone, schiavi, fabbrica, uomo, numero 30, numero 40, denti, ferro, collo, non respirare, guardie, inseguire, macchina, testa, finestrino, suicidio, correre, numero 3, numero 4, fuggitivo, tubo, naso, bocca, aria, chiesa, collina, ragazza, numero 20, nascondere, catturare, piazzetta, numero 2, uomini, cappotti, non vedere, Firenze (città conosciuta), cattedrale, stazione, casa, coprifuoco, nazisti, scoprire, nascondere, ebrei, punizione, bussare, famiglia, mansarda, stanze, oggetti, armadio, ricoprire, scatole, sbucare, calzini, colore rosso, finestra, sera.

 

Il sogno si apre in un capannone, che in quanto edificio, rappresenta le costruzioni della nostra vita, cioè quell’ insieme di atteggiamenti e credenze che sono scaturiti dalle esperienze, dalle percezioni e spesso dalle abitudini e consuetudini familiari; da un punto di vista spirituale ci permette di vedere chiaramente quali tipi di costruzioni ci tengono al sicuro, viene però successivamente descritto anche come fabbrica che potrebbe simboleggiare la nostra vita e il modo in cui riempiamo lo spazio interiore. Questo edificio è fatto di lamiera che, in quanto materiale ferroso, potrebbe porre l’ accento  sulla rigidità delle sue pareti e quindi dei confini del nostro spazio interno o delle nostre convinzioni. Al suo interno si sintetizza della droga, che in quanto sostanza stupefacente, altera la percezione del mondo circostante.  Questa viene prodotta al centro, simbolo di controllo della situazione, su dei tavoli, simbolo di autorità, ritualità e gerarchia, mentre la sognatrice si trova al lato, lontano dal centro, questo potrebbe essere indice di un disequilibrio nel proprio spazio interiore. La luce, simbolo di conoscenza e di un imminente miglioramento di  noi stessi, riesce a filtrare dai vetri, che essendo trasparenti, sono simbolo di verità chiara e luminosa. Inoltre, la percezione della presenza del tetto potrebbe suggerire la consapevolezza che il capannone, e quindi le abitudini, forniscono protezione. La sognatrice si trova su un gradone, che paragonato a una sedia, potrebbe indicare il bisogno di un periodo di riposo per accogliere nuove opportunità e prospettive. La protagonista si trova in condizione di schiavitù, è quindi sottoposta e in disparte. Sogna se stessa come un uomo, questo potrebbe suggerire un  collegamento con l’ animus, ovvero la parte maschile della personalità, che di solito si manifesta nei sogni per evidenziare il bisogno della donna di sviluppare i tratti maschili della propria personalità, come razionalità, potere ed energia. In questo caso l’ uomo è connotato dal numero dei suoi anni, 30-40, che potrebbero essere simbolo di svogliatezza, impazienza e incapacità di adattamento. Sente dolore ai denti e stretta alla gola: il dolore sta a indicare una zona in particolare su cui concentrare la nostra attenzione, che in questo caso sono i denti e la gola. La gola rappresenta la consapevolezza della propria vulnerabilità e del bisogno di esprimere se stessi, mentre i denti potrebbero rifarsi a un processo di crescita in atto forse anche dal punto di vista sessuale. Questo dolore è dato, per quanto riguarda i denti, da un morso di ferro, quindi una costrizione rigida che non lascia libertà. Mentre la sensazione alla gola potrebbe riferirsi alla difficoltà incontrata nel respirare, che potrebbe essere associabile alla sensazione di soffocamento e alla conseguente mancanza di controllo sul proprio ambiente circostante, specialmente quando la negatività del quotidiano è troppo forte da affrontare e minaccia di sopraffarci. Per respirare meglio la sognatrice si affaccia fuori dalla fabbrica ma è permesso prendere solo pochi respiri e quindi viene fatta rientrare subito dalle guardie, che potrebbero essere legate alla sensazione di essere trattenuti da qualcosa, come le nostre emozioni, la personalità, o il modo di agire di qualcuno. A questo punto la sognatrice, non sopportando più la situazione, decide di scappare, ma viene inseguita, questo potrebbe rappresentare la sua risposta alla paura di essere privata della sua autonomia. Infatti, nella scena successiva vuole suicidarsi, segno che la protagonista potrebbe essere arrivata al limite di sopportazione di una certa situazione, provando quindi il desiderio di porre volontariamente fine a una determinata fase della propria vita. Questo concetto viene ribadito poiché, in particolare, sogna di suicidarsi sbattendo la testa che, essendo la parte principale del corpo e sede della forza vitale, denota potere e saggezza, inoltre un colpo alla testa indica che dovremmo riconsiderare le nostre azioni in una determinata situazione, molto probabilmente riguardo al nostro approccio verso realtà (in quanto la sognatrice vuole sbattere la testa proprio contro il finestrino dell’ automobile, simbolo del nostro spazio personale). Ma  improvvisamente cambia prospettiva e si ritrova dalla parte degli inseguitori, le guardie, che al contrario degli schiavi sono rinvigoriti e potenziati dall’ aria della fabbrica, come se seguire le consuetudini e abitudini obbedendovi ciecamente, come una guardia obbedisce agli ordini superiori senza questionarli, portasse a essere più energici e in compagnia di altre persone, mentre non accettarle comportasse la necessità di una fuga in solitaria potendo però seguire la propria volontà. Interessante è come la stessa aria, impregnata di sostanze stupefacenti, per lo schiavo sia aria irrespirabile e  per la guardia sia non solo aria respirabile ma anche dopante. Anche al personaggio della guardia sono legati il numero tre e quattro che in questo caso però potrebbero essere letti nella loro accezione positiva, ad esempio col significato di lealtà ed entusiasmo. Inoltre il tubo dove passa l’ aria indica il rapporto che la sognatrice ha con il suo intelletto che è collegato al naso, simbolo di curiosità e intuizione e alla bocca che indica il nostro lato ricettivo ma anche la parte del corpo legata al linguaggio e quindi all’ espressione. Correndo, simbolo di velocità e flusso, arriva a una chiesa, ambiente in cui esprimere il nostro sistema di credenze, il fatto che sia abbandonata potrebbe simboleggiare la mancanza di speranza. L’ edificio si trova su di una piccola collina, che potrebbe indicare la necessità di uno sforzo extra per continuare a progredire spiritualmente. Inoltre, sognare di salire su una collina in compagnia di altri, potrebbe simboleggiare che il viaggio che stiamo intraprendendo è comune anche ad altre persone e che potremmo utilizzare anche le loro conoscenze per raggiungere il nostro obiettivo.  Ma adesso la sognatrice diventa una ragazza, simbolo riconducibile a quello di anima, la parte femminile della personalità, di 20 anni, collegabile alle caratteristiche del numero 2 ovvero quiete, integrità, altruismo, aggregazione, armonia ma anche indecisione, indifferenza, mancanza di responsabilità e ostinazione. La sognatrice e questa ragazza si nascondo, fatto che potrebbe indicare problemi con la propria  privacy o con il senso del proprio valore personale. Per un  po’ riescono a sfuggire alle guardie ma alla fine la ragazza viene catturata e la protagonista continua a scappare. Correndo giunge in una piazzetta, che in quanto luogo caratterizzato da spazio, pone appunto l’ accento sul bisogno di spazio per usare al meglio le proprie capacità. Adesso la sognatrice è di nuovo tornata a essere l’ uomo di prima e vede 2-3 uomini con dei cappotti lunghi, che potrebbero suggerire l’ idea di amore e cordialità ma anche protezione. Questi dovrebbero inseguire la sognatrice, e quindi si potrebbe presumere un loro collegamento con la fabbrica e che il loro ruolo sia simile a quello delle guardie, anche se nell’ aspetto sono diversi, ma non riescono a vedere la sognatrice.  La cecità, infatti, in senso intellettuale, indica che forse abbiamo cognizione di alcuni fatti ma scegliamo deliberatamente di non vederli. Quindi ci potrebbe essere una parte di abitudini, che essendo espressione di amore e protezione, invece di dare la caccia alla sognatrice, la las
ciano libera di esprimersi. Di nuovo ritorna l’ immagine della collina e quindi del piccolo sforzo che è necessario compiere per capire meglio il proprio senso di comunità, di appartenenza a un gruppo sociale. Interessante è la presenza della cattedrale, edificio religioso che, come la chiesa e la fabbrica, rimandano all’ insieme di credenze, abitudini e costruzioni mentali. L’ intenzione di arrivare a una stazione, invece, potrebbe indicare il desiderio di completare una tappa della propria vita, per poi giungere a casa, ovvero un posto dove possiamo sentirci sicuri ed essere noi stessi. Ma la corsa verso casa viene interrotta da un annuncio di coprifuoco che, in quanto ordine a cui la sognatrice obbedisce, suggerisce l’ accettazione inconscia di un’ autorità maggiore, identificata in quella dei nazisti, figure associate a estrema crudeltà e intolleranza, il cui fine ultimo era la realizzazione di una razza pura, inoltre, a livello emotivo, potrebbero rappresentare le nostre emozioni represse e un rigido autocontrollo che esercitiamo su noi stessi. Qualora l’ autorità nazista scoprisse, e quindi venisse a conoscenza, che qualcuno nasconde degli ebrei, qualcosa che riguarda il valore personale o la propria privacy che va contro la norma ed è perciò perseguitato, è degno di una punizione, che potrebbe rappresentare la convinzione che aspetti della propria personalità siano diversi dal normale. Adesso la sognatrice è un’ ebrea e bussa, simbolo che indica la richiesta di aiuto, alla casa, simbolo di bisogno di protezione, calore, nutrimento e di vivere a pieno la propria condizione spirituale, in cui abita una famiglia, che indica il desiderio di trovare una dimensione sicura  e accogliente (numerosa, latinoamericana). La sognatrice viene accolta nella mansarda, che trovandosi in cima alle scale, di solito indica attributi  mentali o spirituali, e ogni oggetto al suo interno rappresenta un concetto. La mansarda è piena di stanze che possono far riferimento ai vari aspetti della femminilità e spesso al concetto integrale di anima, la parte femminile della propria personalità. La sensazione di vuoto potrebbe invece indicare il bisogno di spazio per essere noi stessi e accettare cosa succede nella nostra vita, più precisamente sognare di trovarsi in una casa o in un edificio vuoto potrebbe sottolineare il fatto che ci siamo lasciati alle spalle abitudini e atteggiamenti ormai obsoleti. La sognatrice prova a nascondersi in un armadio, rappresentante appunto ciò che desideriamo tenere nascosto o il modo in cui affrontiamo i diversi ruoli che dobbiamo assumere nella vita quotidiana. Ma questo nascondiglio non è sicuro e quindi la protagonista viene nascosta da un mucchio di scatole di cartone, simbolo delle preoccupazioni quotidiane ma anche legate alla personalità femminile, che riescono a coprire tutta la figura della sognatrice a parte i calzini rossi, i quai spuntano fuori e potrebbero simboleggiare il vigore, la forza, l’ energia, la vita e la sensualità. Forse a significare che queste caratteristiche della personalità della proprie della sognatrice non possono essere coperte dalla sua femminilità ma che rimangono sempre presenti e risaltano rispetto al resto. L’ accento sul modo di essere della sognatrice è posto poi dalla finestra, che è simbolo del nostro modo di apprezzare il mondo in cui viviamo, il nostro approccio alla realtà e significa che stiamo volgendo lo sguardo dentro la nostra personalità, alla ricerca delle nostre motivazioni. La ragazza latinoamericana, molto probabilmente simbolo di una parte del sé della sognatrice, comunica alla stessa che non è necessario, per il momento, nascondersi completamente, e quindi implicitamente coprire anche i calzini rossi, poiché adesso sono le quattro del pomeriggio, ovvero il tempo della forza, stabilità, praticità e realtà e che l’ autorità nazista giungerà solo a sera, simbolo di esperienza spirituale ormai consolidata e senilità, ma la sognatrice prova paura. In conclusione il sogno ci parla di una sofferenza iniziale nel sottostare a consuetudini e abitudini, molto probabilmente proprie di una tradizione nella quale la sognatrice non si ritrova più e nei confronti delle quali, questa, si trova in condizione di sottomissione e d’impossibilità di ulteriore sopportazione. È probabile che queste abitudini vadano a influire sull’ espressione della sua personalità, con delle possibili pressioni a esprimere maggiormente la parte femminile a discapito di quella maschile, principalmente costituita da intelligenza e forza. Perciò si nota il suo tentativo o desiderio di allontanarsi da queste per cercare e creare un posto sicuro, una casa nuova tutta sua, dove potersi esprimere liberamente. Anche se questo desiderio non viene realizzato a causa di probabili emozioni represse, un rigido autocontrollo e un sentore d’inadeguatezza, la sognatrice sembra dire a se stessa che adesso è il momento della forza e del potere, nel quale potersi esprimere liberamente, non facendosi  condizionare da quel senso d’inadeguatezza. Ma sembra ancora provare paura e non fidarsi di questa parte di sé.

 

Il Mangiatore di Sogni

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