Sogno di Neri

 

Mi sveglio sdraiato su una panchina, con la testa sulle gambe di Claudia, che mi accarezza i capelli. Ci troviamo in una stazione, che poco dopo realizzo essere nei pressi di Barcellona, una stazione secondaria, il cui nome è stazione del Ferro, il paesaggio attorno a noi è dominato da toni rossi e arancio. Tutti gli altri non ci sono più, forse i nostri compagni di scuola o i partecipanti di un viaggio organizzato. Nel rientrare a casa loro sono più avanti, solo noi siamo rimasti indietro e ci troviamo qui. Ho la sensazione che qualcosa sia andato storto nel rientrare, e che da una parte possa essere a causa di un motivo esterno, una pandemia o una calamità naturale, per cui la sensazione generale è una sensazione di allarme. Tuttavia, uno strano disequilibrio tra l’apparente presenza e comprensione dei fatti di Claudia e il mio stato un po’ nebbioso, confusionale, mi danno da pensare che in qualche modo se siamo qui, questo dipende anche da me. Più avanti nel viaggio, che procede alternando la voglia e la necessità di rientrare, l’escogitare metodi per farlo e dei grossi vuoti sull’effettivo percorso, mi risveglio in un altra stazione. Più grande, più centrale, in una stanza bianca, con tanto di personale di servizio e altri passeggeri intenti ad attraversarla in ogni direzione. Mi sento come se fossi febbricitante, e realizzo di avere una specie di patologia per cui mi perdo dentro di me, mi isolo, e mi sconnetto dal mondo esterno e quando mi riprendo, non so bene come ho fatto ad arrivare dove sono. Lo realizzo quasi nello stesso tempo in cui Claudia ne sta parlando con un controllore, e mi accorgo che in tutto questo viaggio, lei mi è stata accanto, durante i miei ‘buchi’ e mi ha permesso di continuare il viaggio. Purtroppo quando me ne accorgo è tardi, la sento che mi sta affidando al controllore, le leggo nell’espressione triste, la faccia di chi sta compiendo l’ultimo disperato atto d’amore. Verso di me, appunto parlando col controllore, e verso se stessa, scegliendo di proseguire il viaggio verso casa da sola. E la capisco. Il tempo di un altro vuoto, o forse più di uno, e anche io sono a casa. Sono salvo, e di nuovo presente. Guardò fuori dalla finestra e ripenso al viaggio, mi accorgo che ho attraversato mezza Europa e mi chiedo come, realizzo che non ho mai guardato fuori dal finestrino, e se la tristezza che Claudia non sia più come si fa sentire, è sommersa dalla sensazione più forte di amarezza, di essermi perso completamente il viaggio.

 

Questo sogno può essere suddiviso nelle seguenti scene:

  • Mi sveglio sdraiato su una panchina, con la testa sulle gambe di Claudia, che mi accarezza i capelli.
  • Ci troviamo in una stazione, che poco dopo realizzo essere nei pressi di Barcellona, una stazione secondaria, il cui nome è stazione del Ferro,
  • il paesaggio attorno a noi è dominato da toni rossi e arancio.
  • Tutti gli altri non ci sono più, forse i nostri compagni di scuola o i partecipanti di un viaggio organizzato.
  • Nel rientrare a casa loro sono più avanti, solo noi siamo rimasti indietro e ci troviamo qui.
  • Ho la sensazione che qualcosa sia andato storto nel rientrare, e che da una parte possa essere a causa di un motivo esterno, una pandemia o una calamità naturale, per cui la sensazione generale è una sensazione di allarme.
  • Tuttavia, uno strano disequilibrio tra l’apparente presenza e comprensione dei fatti di Claudia e il mio stato un po’ nebbioso, confusionale, mi danno da pensare che in qualche modo se siamo qui, questo dipende anche da me.
  • Più avanti nel viaggio, che procede alternando la voglia e la necessità di rientrare, l’escogitare metodi per farlo e dei grossi vuoti sull’effettivo percorso, mi risveglio in un altra stazione.
  • Più grande, più centrale, in una stanza bianca, con tanto di personale di servizio e altri passeggeri intenti ad attraversarla in ogni direzione.
  • Mi sento come se fossi febbricitante, e realizzo di avere una specie di patologia per cui mi perdo dentro di me, mi isolo, e mi sconnetto dal mondo esterno e quando mi riprendo, non so bene come ho fatto ad arrivare dove sono.
  • Lo realizzo quasi nello stesso tempo in cui Claudia ne sta parlando con un controllore, e mi accorgo che in tutto questo viaggio, lei mi è stata accanto, durante i miei ‘buchi’ e mi ha permesso di continuare il viaggio.
  • Purtroppo quando me ne accorgo è tardi, la sento che mi sta affidando al controllore, le leggo nell’espressione triste, la faccia di chi sta compiendo l’ultimo disperato atto d’amore. Verso di me, appunto parlando col controllore, e verso se stessa, scegliendo di proseguire il viaggio verso casa da sola.
  • E la capisco. Il tempo di un altro vuoto, o forse più di uno, e anche io sono a casa. Sono salvo, e di nuovo presente.
  • Guardò fuori dalla finestra e ripenso al viaggio, mi accorgo che ho attraversato mezza Europa e mi chiedo come,
  • realizzo che non ho mai guardato fuori dal finestrino, e se la tristezza che Claudia non sia più come si fa sentire, è sommersa dalla sensazione più forte di amarezza, di essermi perso completamente il viaggio.

I simboli o topoi sono: panchina, testa, gambe, donna (ex fidanzata) , capelli, stazione, città (conosciuta), ferro, colore rosso, colore arancione, casa, rimanere indietro, ostacolo, calamità naturale, stanza, colore bianco, personale, passeggeri, patologia, controllore, tristezza, finestra.

 

La panchina nei sogni è simbolo di tranquillità e potrebbe riflettere il bisogno di fare una pausa per accogliere nuove opportunità e prendersi cura di sé. La testa è sede della forza vitale e denota potere e saggezza, potrebbe suggerire supplica se è china, forse di sostegno e stabilità, rappresentati dall’immagine delle gambe della donna su cui poggia la testa del sognatore. Sognare la fidanzata attuale o passata può mettere in contatto con le emozioni e sentimenti che il sognatore prova o ha provato per lei oppure potrebbe segnalare l’esistenza di un conflitto tra la parte maschile e femminile del sognatore. Tuttavia, la presenza di una donna nei sogni di un uomo potrebbe anche simboleggiare il rapporto con i sentimenti e la propria parte più istintiva, ma anche quello con la compagna. Inoltre i capelli rappresentano forza e vitalità del sognatore che potrebbero essere alimentati dalle cure della ragazza. Sognare di trovarsi in una stazione potrebbe essere ricorrente quando il sognatore si trova ad un punto di svolta e deve prendere delle decisioni. E’ un’immagine simbolica legata al “ viaggiare” e potrebbe alludere al percorso da compiere nella vita. In particolare l’immagine di una stazione periferica può indicare decisioni da prendere che non comportano cambiamenti fondamentali, oppure la sensazione di avere possibilità limitate o un’unica possibilità di scelta. Sognare una città che conosciamo può rappresentare il tentativo di comprendere meglio il nostro senso di appartenenza ad un gruppo sociale mentre il ferro può rappresentare il potere e la determinazione. Il colore rosso indica, vigore, forza, energia, vita, mentre l’arancione simboleggia la felicità e l’indipendenza. In sogno la casa può suscitare uno stato d’animo a seconda di come ci sentiamo all’interno di essa. Rimanere indietro potrebbe suggerire al sognatore la sua tendenza a rimanere intrappolato nel passato piuttosto che affrontare le sue paure e andare avanti. Nei sogni gli ostacoli possono rappresentare difficoltà ed incertezze che ci tormentano nella vita reale. Nell’attività onirica i disastri, come le calamità naturali o una pandemia, possono rimandare alle difficoltà della vita quotidiana o ad emozioni come rabbia o paura. L’immagine di una seconda stazione centrale grande potrebbe alludere a grandi cambiamenti e a scelte impegnative da compiere. Può inoltre riflettere il bisogno del sognatore di prendere tempo, di non fare le cose in fretta. In un sogno le stanze possono alludere alle varie parti della nostra personalità e il bianco può rappresentare l’innocenza. L’immagine di una stazione affollata con personale e passeggeri potrebbe alludere ad una situazione in cui il sognatore si trova a dover compiere una scelta. Può mostrarsi sicuro di muoversi fra le persone oppure minacciato e intimidito dalla folla, e a questo rifletterà la sua sicurezza nel prendere le sue decisioni. In sogno la malattia sembra indicare che siamo alle prese con una parte della nostra personalità. Una parte di noi ha perso l’equilibrio e forse ce ne dobbiamo occupare. La malattia può anche simboleggiare ricorsi e sentimenti dolorosi. Solitamente tale immagine onirica ci dà informazioni su come affrontare queste difficoltà. La presenza del controllore può simboleggiare la  coscienza del sognatore e lo ammonisce di controllare il suo lato più selvaggio e ribelle e di mettere a freno al proprio divertimento. Per quanto riguarda le emozioni, in sogno possono essere percepite in maniera diversa da come le percepiamo durante la veglia e le emozioni negative, come la tristezza, sono più facili da percepire in sogno. L’immagine delle finestre in generale simboleggiano il modo di apprezzare il mondo del sognatore, il suo approccio alla realtà. In particolare, sognare di guardare fuori dalla finestra può suggerire che al sognatore che ha una visione di sè più estroversa e potrebbe tendere a guardare alle circostanze esterne. In conclusione il sognatore potrebbe trovarsi in un momento in cui deve prendere alcune decisioni e fare i conti con alcune difficoltà. In questo sogno sono presenti molte emozioni sia positive che negative che potrebbero rappresentare la difficoltà di questa scelta da prendere. La persona sembra inoltre cercare di comprendere meglio vari aspetti di se stesso e della sua personalità anche in maniera critica. Sembrano esserci quindi la forza e le risorse per affrontare questo momento di difficoltà.

 

Il Mangiatore di Sogni

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