SULLA MIA PELLE

Fragile e instabile.. Basta una folata di vento per farmi perdere il precario equilibrio. Gli occhi guardano lo stesso orizzonte e il giorno e la notte non durano come in natura. Anestetizzarsi serve anche a mantenere una parvenza di stabilità, incredibile, e la rabbia a rafforzare il tronco. È un trucco che non porta lontano ma non trovo sistemi di difesa più efficienti. Eppure posso toccare il desiderio. È lì, dietro l’angolo, se solo sapessi che lei è con me in questo viaggio ma non come passeggero qualunque.. mi sento in gabbia torturato dalla nudità che mi riporta a momenti indimenticabili. È bastato un tono di voce a farmi cadere più in basso. E quella paura che niente assomiglierà alla favola che ho vissuto, lunga appena un capitolo, è immediatamente riemersa. “Un amore di plastica” canta Carmen al mio orecchio. Sono giorni che, quando posso, ascolto musica, ho rispolverato il lettore mp3 che mi ricorda quando inconsciamente mi isolavo e c’era accanto Serena. Musica di quando ero giovane e lei sapeva come farmi sognare, volare, addirittura muovere un corpo monolitico. Questo primo pomeriggio Cosimo dormiva, un bicchiere di vino a pranzo mi appesantiva gli occhi tanto da sentire il bisogno di distendermi; l’ho fatto, supino, aperto, vulnerabile ed accogliente. Non credo di aver dormito. Ho sentito l’acqua della doccia ed ho visualizzato il corpo di Chiara. Ho sentito il rumore di un reggiseno allentarsi ma gli occhi sono rimasti chiusi. Quando Chiara si è distesa accanto li ho aperti e mi sono domandato se davvero stessi costruendo immaginazioni. Era vestita. Mi sono alzato e sono uscito a fumare. Ho poggiato la testa fra le braccia incrociate sul tavolo e chiuso gli occhi. Probabilmente ancora in attesa, del niente, quando poi ho avvertito il bisogno di camminare a piedi nudi sul prato fresco, su e giù numerose volte con un pallone tra i piedi, ricordandomi gli allenamenti di quando ero un ragazzino. Ho iniziato a destarmi, sentendomi meglio. È tornata Rita ma non era lei la protagonista piuttosto le emozioni che in quel periodo abitavano da queste parti. Non cercavo lei, cercavo me. Mi sono ricordato della nostra play list su YouTube ed ho ascoltato qualche canzone. Cercavo me, quello di allora. L’impatto è stato forte. Ho ricontattato quella dimensione. Perso, libero, sognante. Ho preso vita. Che bella sensazione. L’ho indossata e sono ancora vestito. Anche nei confronti di Chiara è stato naturale regalarle serenità, guardarla negli occhi senza paura, senza vittimismo. Amorevolmente. Ero presente. Lo sono ancora. Indipendente. La rabbia come un ricordo lontano. Nessuna premeditazione. Non so cosa ho fatto e neppure se è stato saggio ma è come aver bevuto una pozione magica. Ho fatto un passo indietro da Chiara ma ne ho fatto uno verso di me. Non voglio farmi altre domande adesso che il respiro si è normalizzato. Giudica tu che lo sai fare. Io spero di spogliarmi solo per abiti più belli.

I simboli o topoi sono: vento, precario equilibrio, rabbia, desiderio, viaggio, gabbia, paura, favola, musica, bicchiere di vino, doccia, reggiseno, fumare, piedi nudi, prato, pallone, vita, pozione magica, respiro.

Interpretazione

il sogno inizia con il sognatore catturato da una folata di vento e questo potrebbe rappresentare la consapevolezza più profonda che abbiamo di noi stessi; lo stesso vento tende a far perdere l’equilibrio e questo rimanderebbe al fatto che si è indebolita la nostra capacità di giudizio e dobbiamo scoprire cosa non funziona bene nella nostra vita.

Da qui nel sognatore si mischiano due sensazioni: la rabbia, la quale riporterebbe alla difesa del nostro diritto di esprimere ciò che ci sta disturbando mentre il desiderio, riguarderebbe cosa vogliamo veramente nella e dalla vita così da eliminare il superfluo.

Il viaggio intrapreso dal sognatore potrebbe significare la sua maturità e il suo saper affrontare e superare sfide e ostacoli.

Il sentirsi in gabbia, invece, sarebbe espressione di costrizione e frustrazione che ci avverte del rischio di rimanere intrappolati nel passato.

Un’altra emozione che si presenta nel sogno è quella della paura, la quale riporterebbe al timore di rivivere aspetti della vita che ci mettono in difficoltà.

La favola citata dal sognatore sembrerebbe rimandare direttamente alla creatività presente in lui e al bisogno di esternarla.

Ascoltare musica in un sogno sarebbe espressione e apprezzamento del nostro essere interiore.

Il bicchiere di vino, invece, rappresenterebbe il contenitore della nostra felicità.

La doccia sembrerebbe essere simbolo di rinascita e purificazione.

Il reggiseno potrebbe significare che stiamo prendendo in considerazione gli aspetti più segreti della nostra vita.

Il fatto che a un certo punto il sognatore sia andato a fumare, potrebbe riportare al controllo dell’ansia.

Immaginarsi a piedi nudi sul prato sembrerebbe un’assunzione di responsabilità e inoltre indicherebbe quelle che sono le nostre radici mentre il prato riporterebbe ai ricordi di un tempo felice. Inoltre, giocare a pallone su questo prato, potrebbe significare la necessità di stare ben piantati con i piedi a terra.

Verso la fine del sogno, il sognatore parla di vita, la quale rimanderebbe alla pienezza di energia.

La pozione magica sarebbe simbolo di unione con i nostri poteri più profondi.

L’immagine finale del sogno è il ritorno del respiro e della tranquillità, quindi è come se la situazione iniziale di rabbia e paura si risolvesse e il sognatore tornasse alla vita e alla calma, reale o apparente, e alla rivelazione di sé come persona pronta a vivere.

È come se si fosse creato un cerchio, fatto all’inizio di timore e sentimenti negativi per poi chiudersi alla fine con la riscoperta del positivo e della felicità.

Il Mangiatore di Sogni

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