Una ricetta contro l’obesità

Una ricetta contro l’obesità
M. Scheneir. The Cut, Stati Uniti

In questo articolo, l’autore descrive come negli ultimi anni, è stato impiegato con successo, nel trattamento dell’obesità, un farmaco che ha un’indicazione terapeutica specifica nel trattamento del diabete mellito. Il farmaco sembra utile, infatti anche nel ridurre il peso corporeo. Pertanto, in considerazione della risposta terapeutica, continua l’autore, il suo così diffuso utilizzo potrebbe alterare il nostro rapporto con il cibo e apportare cambiamenti significativi a livello sanitario, sociale e culturale.

L’autore presenta in modo magistrale in questo articolo, uno dei tanti conflitti che affliggono la collettività moderna ovvero la ricerca del bello attraverso la nevrotica immagine del magro come simbolo di bellezza. L’immagine seduttiva di un corpo magro è di fatto fumo negli occhi per una società, che evolve così rapidamente da non seguire più un ritmo naturale di evoluzione. Così al binomio bello- sano si contrappone quello di bello-magro che si realizza secondo molti con una semplice riduzione di peso. L’aggettivo magro riporta ad un concetto di massa mentre il peso ad un concetto di misura. Potremmo dire quindi misura della massa, l’effetto manipolativo.

Durante l’intervista ad una sedicente attrice di nome Allison, l’autore sottolinea come la stessa, dopo aver perso 10 kg si mostra più accogliente e felice ammettendo che si sa che essere magri dà potere. La donna, infatti da un po’ di tempo mostrava disagio a riconoscersi in quanto gli altri la immaginavano più magra, perché la sua personalità è da 36. Una personalità associata ad un numero, personalità associata ad un’immagine di altri? Follia!

Sembra che negli Stati Uniti non sia la sola ad usare questo farmaco con questa indicazione ma che sia scoppiata una vera e propria moda del magro sebbene, se ne parli ancora poco perché il motivo della perdita di peso non è l’esito di una miracolosa dieta ma è legata all’assunzione di un farmaco: Ozempic.

L’ozempic è un farmaco, una sostanza ormono-simile, un glp-1 (peptide 1 simil glucagone), che è prescritto nei soggetti diabetici con scarso controllo della glicemia, in associazione ad un regime dietetico ed esercizio fisico. Sembra che il farmaco, oltre a ridurre i livelli di glucosio nel sangue, rallenti lo svuotamento gastrico e riduce l’appetenza, con una conseguente perdita di peso. Quindi gli effetti del farmaco si possono riassumere in un migliore controllo del metabolismo glucidico ed indirettamente un effetto anoressizzante che sembrano però, entrambi reversibili alla sospensione del farmaco.

Allison però non è una paziente diabetica e non è in sovrappeso.

Il farmaco ha un costo di novecento dollari ma in America i medici possono prescrivere i farmaci anche off-label. Molte persone si procurano il farmaco sia attraverso i distributori autorizzati ma anche attraverso un mercato alternativo o addirittura in internet. Allison, ad esempio, usa il farmaco generico, che ha un costo ridotto rispetto al farmaco con brevetto distribuito dalla Novo Nordisk ma questo richiede da parte della paziente una preparazione a suo carico mediante una diluizione del farmaco prima dell’iniezione.

Ozempic induce la perdita di peso ma ha anche effetti collaterali come la comparsa di nausea, vomito, diarrea e costipazione. Può determinare l’insorgenza di tumore della tiroide e pancreatite fulminante spesso letale, nei soggetti diabetici. Gli effetti collaterali, nei soggetti con impiego off-label del farmaco non sono noti e questo dovrebbe porre dei dubbi in merito alla sicurezza del suo impiego in questo gruppo di pazienti.

Nonostante questo, Allison che non è diabetica né in sovrappeso, non rinuncia all’assunzione ma aggiunge che assumere l’ozempic è come prendere un dosaggio basso di Adderall (anfetamine), però senza presentare l’effetto crack.

Secondo Allison è come se l’organismo durante il tempo di assunzione del farmaco progressivamente si adatta e con esso anche gli effetti collaterali o indesiderati, che nel suo caso si riducono a semplice astenia. Dopo, continua si possono solo apprezzare i benefici ovvero riduzione dell’appetito e dell’ansia.

Per Allison assumere il farmaco durante i periodi più impegnativi del suo lavoro sostituiscono di fatto il prendersi cura di sé, senza però che questo comporti un aumento di peso.

Prima, infatti l’attrice era costretta a chiudersi in camera, seguire una dieta molto drastica e restrittiva, ora invece può mangiare un pasto e mezzo al giorno, ridurre l’attività sportiva, sopporta meglio la fame che però a volte compare ancora la sera. Rispetto al passato la fame è sopportabile e risponde all’assunzione occasionale di una tisana e di xanax e poi può finalmente riposare.

Esistono altri farmaci come Ozempic, la cui assunzione si associa a dimagrimento ma modifica anche il nostro rapporto con il cibo, la relazione con noi stessi e con gli altri. In commercio troviamo altri due farmaci con azione glp-1 Wegovy e Mounjaro.

Il glp-1 è un ormone prodotto a livello intestinale che promuove la sintesi di insulina e l’inibizione della secrezione di glucagone da parte del pancreas. Il rilascio di questo ormone avviene dopo il pasto quando l’aumento della glicemia è prodotto da un pasto ricco in carboidrati. Per questo motivo non causa direttamente ipoglicemia. La sua azione è rallentare lo svuotamento gastrico dopo l’assunzione di cibo, ridurre l’appetito agendo direttamente sui centri di regolazione della fame del SNC. Sembra avere un’azione di protezione delle cellule beta del pancreas e sul cuore. Il glp1 viene però rapidamente degradato dall’enzima DPP-4 e quindi il suo impiego è limitato perché necessiterebbe di una infusione continua. Sono stati realizzati degli analoghi del glp1 che resistono alla degradazione dell’enzima DPP4 e che ne rallentano l’assorbimento a livello cutaneo così da poter richiedere la sua somministrazione per via sottocutanea una o due volte a giorno, in alcuni casi una volta alla settimana. La prima molecola realizzata è exenatide, partendo da una molecola estratta da un veleno potentissimo di un rettile che vive in Arizona, il Gila Monster.

Allison racconta che durante l’infanzia, il mangiare era il tutto nella sua famiglia. Il cibo era molte cose: evasione, ricompensa, tempo e incontro. L’assunzione del farmaco consente di non pensare a cosa si ingerisce perché il pensiero del “cosa” è di fatto “estraneo alla sua cultura”.

In un romanzo “Nicholas Nickleby” di Charles Dickens, il personaggio del Signor Squeers dice: “Dominate i vostri appetiti e avrete soggiogato la natura umana”. Davanti a siffatte dichiarazioni tremo dalla paura.

Il contradditorio si fa più caldo. Se da un lato, c’è un ritorno alla natura attraverso la cultura del biologico; la diffusione di messaggi di allarme in merito alla prevenzione e al benessere, individuando nell’obesità, un fattore di rischio importante nell’insorgenza di malattie cardiovascolari, cerebrovascolari, tumorali e disordini del sistema immunitario; dall’altro però c’è la ricerca di diete stravaganti a volte bizzarre sul come perdere chili, a fronte di riconosciuti rischi derivati da una disinformazione e diseducazione, come fattori determinanti l’insorgenza di dismorfismo, disturbi dello spettro alimentare tra gli adolescenti e i giovani adulti, fino al ritiro sociale grave finanche al suicidio. D’altro canto, però c’è un ritorno al pensiero magico di un farmaco che può senza sforzo, senza fatica e in poco tempo restituirmi il sogno di una forma bella, perfetta, seducente che si traduce in successo. Potremmo dire che in questo ritroviamo il sogno americano di Hollywood delle generazioni passate. Poco importa, se la sua assunzione non sia sicura, che l’utilizzo off-label del farmaco riduce la sua disponibilità per i malati di diabete mellito, la cui assunzione però non è effimera ma doverosa e vitale.

In un mondo che tende a fare della scienza e della tecnologia simbolo di potenza, al servizio degli uomini, al fine di garantire salute e benessere, si assiste ad una condizione in cui gli uomini sembrano tornati indietro, ai tempi della pubblicità della sigaretta Lucky strike. Tanta pubblicità e tra un pubblico diviso, il farmaco acquista ancora più popolarità soprattutto dopo che l’attrice Kim Kardashian interprete di Marylin Monroe, l’ha assunto per indossare gli abiti, per Met Gala 2022. Quanta disinformazione e tanta confusione, perché a tutti è noto che la meravigliosa e fantastica Marylin Monroe, icona di seduzione, idolo di bellezza e regina indiscussa del mondo cinematografico degli anni ‘ 50-60, il sogno di molti uomini e amante di molti potenti della terra, era tante cose tranne che magra. Dopo l’epoca del Viagra, del Botox, del silicone ora è l’epoca di Ozempic. E’ forse il mito del narcisista decadente.

Sebbene la casa farmaceutica di Ozempic, la Novo Nordisk pone indicazioni all’uso del farmaco solo per i pazienti diabetici i dati della Iqvia, una società che negli Stati Uniti analizza i dati sanitari riporta che nel dicembre 2022 sono state fatte 1,2 milioni di prescrizioni di Ozempic, di cui circa il 64% in più rispetto all’anno precedente. Sembra inoltre che l’azienda abbia aumentato il suo fatturato del 58% dal 2017, di cui il 98% è riconducibile proprio alle vendita di Ozempic.

L’azienda Komodo Health che traccia le cartelle cliniche indica che l’uso dei Ozempic è aumentato addirittura nella sola California di ben 4 volte.

I pazienti ai quali è stato prescritto il farmaco, non presentavano in anamnesi patologia diabetica e che l’età dei pazienti era tra i 25 anni e 44 anni. La prescrizione è maggiore nelle donne con una prevalenza dell’81%. Inoltre, sembra che la pubblicità di questi farmaci su social network è aumentata così come la loro visualizzazione da parte di donne, con età compresa in quella fascia d’età.

Negli Stati Uniti il diabete una patologia a carattere epidemico. I pazienti affetti da questa patologia sono circa 37,3 milioni di adulti mentre 96 milioni sono i soggetti pre-diabetici (sindrome metabolica). Molti di questi pazienti sono anche obesi.

Il primo farmaco glp-1 simile è stato presentato negli Stati Uniti nel 2005 ed approvato dalla FDA per il trattamento dei pazienti diabetici. I primi farmaci glp-1 avevano un effetto a breve termine e pertanto richiedevano più somministrazioni giornaliere a fronte di una minore efficacia nel controllo del calo ponderale. Quindi la ricerca si è spinta nel migliorare questi due standard fino all’arrivo di Ozempic e Wegovy ed infine Mounjaro, che per questo hanno subito conquistato il mercato. Se da un lato i risultati sembrano promettenti, le dichiarazioni dei pazienti mi lasciano alquanto perplessa sulla possibilità che questa via rappresenti la risoluzione della questione sanitaria. Il mio dubbio è nel merito della diagnosi differenziale ovvero del disagio fame come sintomo e/o segno di malattia o in realtà non sia essa stessa la malattia.

Paul Ford è un uomo che ha da sempre combattuto con il peso e su Wired scrive: “Se prima il mio cervello urlava in modo assordante dopo l’assunzione del farmaco, all’improvviso è calato il silenzio”, posso mangiare caramelle e dolci senza che mi viene voglia di mangiarli.

Anna, donna di cinquant’anni non diabetica afferma che da quando ha iniziato ad assumere Mounjaro, per dimagrire, il desiderio di mangiare è scomparso, e questo la rende felice. Per la prima volta si sente nell’altra metà del cielo cioè tra le persone che non hanno molta fame e questo la fa sentire potente ovvero migliore di tutti. Ammette di essere però un po’ preoccupata e vive nella speranza che il farmaco non si riveli un bluff, come la talidomide.

La talidomide è un farmaco impiegato largamente negli anni ’50-60 come antiemetico in gravidanza, ritirato successivamente dal mercato perché si è dimostrato responsabile di malformazioni fetali. Oggi è impiegato come agente chemioterapico immunomodulante nel LES, Mieloma multiplo, HIV etc).

Se da una parte Anna rivela timore e preoccupazione, dall’altra si mostra capace di percorrere un’ora di macchina per arrivare a New York, al solo fine di procurarsi il farmaco. In lei prevale più la paura di restare senza farmaco che la paura legata all’insicurezza dell’uso off-label del farmaco e dei suoi possibili effetti collaterali non testati. Quindi in realtà è disposta ad accettare il rischio di morire pur di seguire il suo effimero sogno e si affida con speranza ad un farmaco, i cui effetti sono però reversibili alla sospensione. I più parlerebbero di dipendenza.

La sofferenza, la mancanza, la solitudine, il dolore sono solo alcune delle sensazioni che mi ritornano. Questo è quando più vicino a quello che i romantici chiamano malattia d’amore e che la fame ne sia espressione come pena d’amore. Il dilemma eterno, il potere è più nella seduzione o più nella manipolazione. Ma quale è la relazione tra amore e potere.

Io rispondo che l’amore è quel sentimento che rende vulnerabile ogni uomo. Quindi nell’immaginario comune avere la possibilità di un qualcosa che possa darci la certezza del controllo di qualcosa che è alla base della vulnerabilità umana ci permetterebbe di affermare di avere il potere assoluto, qualcosa che ci avvicina a Dio perché amore è la somma delle nostre passioni. L’uomo privato delle sue passioni è un essere privo di vita propria, incapace di esprimere una direzione e/o movimento, impossibilitato a fare una scelta responsabile, cieco e sordo al richiamo della sua natura, indifferente all’esistere stesso.

La scienza, si è sempre contrapposta alla religione, che Karl Marx chiamava oppio dei popoli, come ricerca della verità attraverso l’osservazione, imitazione ed esperienza della verità e finita al mondo visibile.

Dove è quindi il confine? La risposta più semplice che mi viene da dire nella natura umana. Anche l’uomo di scienza ha una sua religiosità ed è impossibile pensare che si possa scindere l’uomo dalla sua intimità. Anche colui che si professa ateo ha una sua fede sebbene essa coincida con la sua moralità. Quindi nella relazione con il mondo l’uomo di scienza si muove attraverso l’etica propria della sua morale.

La storia dell’industria farmacologica è ricca di racconti di farmaci miracolosi come il fen-phen un cockatail di fenfluramina e fentermina che sembrava davvero rivoluzionario fino al momento in cui si è scoperto che provocava danni al cuore ed in alcuni casi anche morte.

Belviq, dopo la sua introduzione, è stato immediatamente ritirato per il rischio potenziale di tumore.

Accanto a pazienti che assumono il farmaco con un impiego off-label e quindi apparentemente voluttuario, ci sono però pazienti che il farmaco l’assumono come medicamento per curarsi ed a cui medici e farmacisti, in conseguenza della difficoltà di reperimento, consigliano di ridurre il dosaggio per “farselo bastare”. Un paradosso in essere ma così reale come la diffusione di una nuova pandemia: la malattia della mancanza.

Per Arthur che ama mangiare, il farmaco è stato una liberazione. E’un piacere non essere più attaccato al cibo (quella roba), sei un essere normale, non hai bisogno di mangiare carne morta.

Ed ecco un altro caro paradosso. Per alcuni il non sentire il bisogno corrisponde ad essere normali. Mentre in realtà nasconde il pericolo derivato da una cultura narcisistica perversa piuttosto che una da un’educazione. Per Jean Jacques Rousseau educare significa tirare fuori ed è proprio la natura intima e profonda di ognuno di noi che bisognerebbe tirare fuori. Questo però richiede tempo e pazienza, la possibilità di riconoscere e quindi prendere consapevolezza dei propri bisogni e dei propri desideri, la capacità di esprimerli con assertività e di portarli nel mondo al fine di promuovere salute e cambiamento.

La vulnerabilità e la fragilità non sono segni di debolezza ma di forza in quanto spingono l’uomo alla ricerca nella direzione consapevole dei suoi bisogni profondi fino alla crescita secondo i propri desideri.

Assumere la consapevolezza dei propri bisogni e dei propri desideri non significa muoversi nel mondo con un atteggiamento di superiore alienazione, essere egosintonici ma promuovere una nuova alleanza, riconoscermi e riconoscere l’altro come altro me, un altro non nemico ma fratello, attraverso una colleganza amicale naturale riconducendoci allo stoicismo di Seneca sostituendo però al verbo dominare quello di domare. Quindi domare le passioni e l’ira attraverso la ricerca dell’equilibrio degli opposti e dell’energia che contraddistinguono leggerezza e pesantezza.

Oggi è tempo di miseria, nel conflitto eterno che attanaglia i poveri: dividendoli in miseri e miserabili, utilizzando il gioco della metafora.

Potremmo simbolicamente dire che è tempo di maschere e mascherati, assistiamo al ripetersi di continui tradimenti.

Il tradimento del corpo inteso come difficoltà a volte impossibilità reale o apparente di sentire i bisogni che provengono dal nostro corpo e convenzionalmente surrogarli con altro perché c’è confusione tra bisogno e desiderio. In questo caso la situazione si traduce in una corsa spasmodica all’approvvigionamento del farmaco che in realtà diventa maschera di un altro bisogno.

Dal tradimento del corpo a quello della salute, sequestrati in uno stato di deriva perenne, che ci rende sempre più vicini agli schiavi che agli uomini liberi. Eppure, OMS definisce la salute accostandola all’aggettivo dinamica come quello stato di benessere fisico, psichico, emozionale e sociale da contrapporre alla salute statica semplice assenza di malattia.

In questo modo la salute non è più uno stato ma una condizione dinamica di equilibrio fondata sulla capacità di interagire con l’ambiente adattandosi al continuo modificarsi della realtà circostante. Quindi al concetto di salute si affiancano altri due importanti concetti ovvero quello di prevenzione e benessere.

E mentre ci interroghiamo sui nostri tempi di miseria, l’autore sottolinea nel suo articolo che la casa produttrice è disposta ad aumentare la produzione del farmaco, si preoccupa di aver disatteso la richiesta, per errori di calcolo statistico nella produzione ma omette di osservareche in realtà l’aumento della domanda non è correlato al bisogno reale ma all’aumento della richiesta da impiego off-label del farmaco. Se l’omissione è una mancata verità, la causa dell’omissione è l’atteggiamento manipolativo di chi dalla mancata verità forse trae vantaggio.

Alla fine del 2023 oltre che essere pubblicati i dati relativi all’efficacia del farmaco nel trattamento della obesità, nella sua componente di controllo del peso, scadrà il brevetto. Quindi questo aprirà il mercato alla concorrenza e già molte altre case farmaceutiche si stanno muovendo in questa direzione, oltre che il mercato assicurativo e governativo si interrogano sulla possibilità dell’impatto economico e sociale di queste manovre.

L’indifferenza ed il cinismo sono disvalori dilaganti nell’epoca di miseria in cui viviamo.

Il corpo continua l’autore non è solo l’involucro, l’impalcatura che ci accompagna nel nostro vivere ma è la sua immagine riflessa ed è quello che di fatto condividiamo. Forse ancora un’emozione può aiutarci a ricordare la vergogna.

Ma nonostante questa timida emozione di vergogna, perché riconosciamo che ogni conquista è frutto di lavoro non possiamo continuare a fare a meno di perseverare nella ricerca dell’elisir che ci permetta di vincere facile. Se l’io si fa nel tu, mi confondo così che non ci sia più differenza tra me e te perdendo nella nostra dignità ed unicità.

Aubrey Gordon nel suo podcast The waves pone una domanda: “Possiamo liberarci delle persone grasse? Mi sembra un fallimento morale ammettere che è più importante apparire come desidero in costume da bagno che assicurarmi che tu abbia ciò di cui hai bisogno per restare in vita”. Tutto questo è qualcosa che va molto al di là della sola indifferenza.

Da una parte ci sono i medici preoccupati del numero crescente di pazienti affetti da Diabete e Obesità, peraltro soprattutto nella popolazione infantile ed adolescenziale dall’altro il potere delle grandi industrie farmaceutiche che spingono il mercato, riconoscendo nelle due condizioni una grande opportunità di guadagno.

In Italia nel 2021 c’erano circa 23 milioni di adulti obesi ed in sovrappeso, corrispondenti al 46% del totale. Il 26,3% si bambini ed adolescenti di età compresa tra i 3 e i 17 anni. La prevalenza è maggiore tra i maschi rispetto alle femmine. L’incidenza di malattia tra gli adulti è del 14% nelle regioni del sud e del 10% nelle regioni del nordovest.

L’obesità si accompagna a diabete mellito di tipo 2 nel 58% dei casi, del 21% in caso di cardiopatia ischemica e 42% di tumori. Anche in Italia il reperimento di Ozempic è risultato difficile visto l’uso off-label e pertanto l’azienda Novo Nordisk si impegna ad aumentare la produzione.

Nel corso degli anni le industrie farmaceutiche hanno immesso sul mercato numerosi farmaci come il dinitrofenolo usato nelle pillole dimagranti negli anni trenta che portò alla cecità quasi 25 mila persone; piuttardi le anfetamine che si accompagnarono ad un aumento di rischio di dipendenza e di altri effetti collaterali. L’efedra contente principi chimici di origine vegetali simili alle anfetamine, il cui uso è stato associato all’insorgenza di casi di infarto e ictus. Altri farmaci come il rimonabant e la sibutramina sono stati ritirati dal commercio a causa dei dubbi sulla loro sicurezza. Esiste per i casi di obesità patologica la possibilità di ricorrere alla chirurgia metabolica (termine che ha sostituito oggi quello di chirurgia bariatriaca) che sottolinea la sua applicazione per la riduzione del peso ma anche delle comorbidità.

Gli interventi di chirurgia bariatrica si distinguono in:
1.Restrittivi
2.Azione restrittiva e funzionale
3. Malassorbitivi

1. Gli interventi restrittivi determinano una riduzione dell’assunzione di cibo: Bendaggio gastrico (posizionamento di un anello per via endoscopica attorno alla porzione di stomaco, determina nel paziente un precoce e prolungato senso di sazietà, ostacola il passaggio del bolo alimentare e rallenta lo svuotamento gastrico).

2. Sleeve gastrectomy che è una resezione verticale dello stomaco. In questo modo il tubulo gastrico rimanente ha un ridotto volume e determina nel paziente il raggiungimento precoce del senso di sazietà. Inoltre, l’asportazione del fondo gastrico ha un’azione metabolica perché riduce la produzione di grelina. Il by pass gastrico consiste nel confezionamento di una piccola tasca gastrica che viene anastomizzata all’intestino tenue che per caratteristiche anatomiche ha una capacità ridotta di contenere cibo. In questo modo parte dello stomaco, duodeno e digiuno sono esclusi dal transito alimentare determinando una condizione malassorbitiva per riduzione di nutrienti e calorie.

3. Diversione bilio-pancreatica. In questo tipo di intervento viene eseguita una gastrectomia distale con confezionamento di un doppio condotto, un’ansa per il transito alimentare ed una per i succhi bilio-pancreatici. In questo modo la porzione intestinale destinata all’assorbimento è ridotta a circa 50 cm. A scopo preventivo si procede anche ad una colecistectomia.

Esistono poi pazienti definiti ad alto rischio operatorio o in casi di grave obesità in cui rischio anestesiologico e chirurgico sono elevati a scopo preoperatorio si posiziona il cosiddetto palloncino gastrico che ha il compito di distendere lo stomaco, rallenta lo svuotamento gastrico e induce sazietà.

La chirurgia individua un approccio non conservativo, è invasiva e correlata a rischi elevati da un punto di vista di morbidità e mortalità per complicanze sia a breve che a lungo termine e richiede un continuo e stretto controllo del regime dietetico ed alimentare.

Oggi parliamo di una grande epidemia che è Obesità.

Si definisce Obesità, una condizione patologica caratterizzata da un aumento di massa grassa rispetto alla massa magra in relazione ad età, sesso, statura. Generalmente si valuta attraverso indice di massa corporea indicato come il rapporto tra l’altezza espresso in cm e il quadrato del peso. Il valore è indicativo di una condizione definita di sovrappeso se BMI25 o di Obesità se BMI  30. L’obesità è associata a malattie cardiovascolari, cerebrovascolari, metaboliche come il diabete mellito, ma anche tumori (seno, intestino, utero). E’ stata dimostrata un’associazione anche con molte patologie autoimmunitarie e con le complicanze spesso letali dell’infezione da Covid 19.

In un rapporto pubblicato a marzo 2023 in occasione della giornata mondiale sull’obesità la WOF (ong World obesity federation) 4 miliardi di persone ovvero la metà della popolazione mondiale tra i 5 anni saranno entro il 2035 obese o sovrappeso.

Il costo sanitario in relazione a questa epidemia aumenterà in relazione a spesa sanitaria, giornate di lavoro perse per malattie o morti premature, simile alla pandemia da Covid-19.

La spesa sanitaria non sta aumentando solo nei paesi più ricchi ma proporzionalmente in tutto il mondo, come in Messico, Iran, Sudafrica, Malesia. In questi Paesi l’aumento della spesa sanitaria metterà in crisi il sistema economico.

Alla fine del 2022 ,FDA ha approvato il farmaco anche per i ragazzi al di sopra dei dodici anni, mentre l’associazione dei pediatri americani pubblicava le prime linee guida per il trattamento dell’obesità cronica raccomandando l’uso di farmaci per la perdita di peso abbinati a cambiamenti nello stile di vita e nella dieta. Spietata è la concorrenza sembra che i prossimi tre anni saranno determinanti alla corsa al farmaco miracoloso.

Un recente studio finanziato dalla Novo Nordisk ha riconosciuto che l’interruzione del farmaco porta alla ripresa dell’appetito e del peso. Quindi l’adattamento al costo di una dipendenza o meglio l’adattamento come lo scambio di una dipendenza con un’altra.

Arthur un paziente che assume il farmaco ammette vivere senza appetito è sconvolgente, me ne sono fatta una ragione. Il vecchio piacere ma anche il terrore è sparito e quando si avvicina il periodo delle grandi abbuffate salta l’iniezione della settimana, il cibo manca ma non così tanto.

Alcuni sostengono che l’epidemia da obesità è il frutto del fallimento morale di centinaia di persone, come dire se mangi di meno dimagrisci. Stanford che studia il fenomeno ad Harvard e al Massachusetts general Hospital si dimagrisce solo nel 10-20% dei casi con la sola dieta e l’esercizio fisico. Esiste un meccanismo di tipo conservativo del grasso. Una dieta ipocalorica anche se bilanciata induce un’alterazione del metabolismo basale rallentandolo. Esistono due ormoni importanti nel meccanismo del controllo della fame: grelina che in corso di dietoterapia aumenta e con esso lo stimolo della fame. In condizioni normali lo stimolo della fame viene inibito da un ormone contro regolatore della grelina chiamato leptina. La grelina aumenta anche in caso di forte stress determinando fame nervosa e compulsiva.

L’Obesità ha una componente genetica importante, ovvero è una condizione in parte ereditata con una incidenza che varia dal 45 al 65%. Il dottor Baur afferma che la genetica è un fattore predisponente ma la malattia ha anche una forte componente ambientale definita obesogena.

Tra i fattori ambientali riconosciamo: la disponibilità di alimenti processati e lo stile di vita sedentario, l’associazione con alcune patologie mentali come la depressione e farmaci come litio, antidepressivi e sedativi. Nelle donne l’aumento ponderale e l’obesità si associano alla menopausa. Questa epidemia che presto prenderà i caratteri di una pandemia continua l’autore ha un impatto considerevole sulla mortalità e sulla morbilità, impegna molte risorse economiche e sociali con un impatto sullo stato emotivo ed affettivo delle persone. In questo senso l’autore conclude sul valore positivo dell’impiego del farmaco in questa patologia. Mi permetto di dissentire in questo senso l’impiego del farmaco come trattamento di questa patologia è un disvalore. Il motivo è che siamo negligenti e complici di un sistema che ci preferisce sordi e ciechi rispetto a vigili e attenti. La vera pandemia è l’indifferenza, l’incapacità di ascoltare l’unica voce che ci permette di dire che siamo vivi e vitali ovvero il nostro corpo, l’unico che ci permette di mantenere una relazione con noi, con gli altri e con il mondo.

Anestetizzando il sintomo mancanza, disimpariamo a leggere i segni, dimentichiamo di osservare e quindi siamo incapaci di vedere i cambiamenti.

Il filosofo Kant dice che l’essere umano è l’unico animale che ha bisogno di un padrone per vivere. Nietsche afferma che esistono due grandi gruppi di persone ovvero quelle che seguono i propri desideri e quelli che seguono i desideri degli altri.

Incapaci di sentire il nostro corpo, perdiamo la possibilità di radicarci e diventare padroni di noi stessi. Diventiamo così come foglie trasportate da un vento che non è il nostro canto ma di qualcun altro.

Ricordiamo in questo errare però che l’uomo è l’animale più pericoloso al mondo, il grande filosofo inglese Thomas Hobbes afferma infatti che la natura umana è fondamentalmente egoistica e le azioni dell’uomo sono solo istinto di sopraffazione e sopravvivenza. Nega il fatto che l’uomo possa essere spinto da un amore naturale. Se gli uomini si legano tra loro in amicizia o società regolando i loro rapporti con le leggi lo fanno solo per timore reciproco.

Nello stato di natura, in uno stato in cui non esiste alcuna legge ciascuno è mosso dal suo intimo istinto e pertanto cerca di danneggiare gli altri e di eliminare chiunque sia di ostacolo ai propri desideri. Ognuno vede nell’altro un nemico.

Ma a fronte di questa visione catastrofica mi piace ricordare il senso dell’altro nella centralità della morale stoica. Seneca, infatti, scrive a Lucilio che tutti gli uomini sono membri dello stesso corpo, esiste una parentela naturale tra loro, essi sono nati gli uni negli altri. A. Lowen in spiritualità del corpo ci offre la possibilità di superare questo conflitto interno e di abbracciare la spiritualità del mondo. Il corpo spirituale ovvero lo spirito divino che agisce nel corpo.

Lowen parla di grazia naturale del corpo ossia uno stato di sanità, pienezza, legame con la vita e unione con il divino, oltre che uno stato di salute. La vera grazia non si impara è un dono che l’uomo riceve in quanto creatura di Dio. Quando viene perduta può essere recuperata solo ristabilendo la spiritualità e la sacralità del corpo e per poterlo fare dobbiamo comprendere perché e come si è persa. Non si può ritrovare un oggetto perduto se non si sa cosa è.

Le emozioni sono ricordi perduti della nostra storia. Risalendo il fiume dei nostri ricordi attraverso la memoria del corpo spirituale potremo ritrovare la nostra vera storia in cui leggeremo l’unità corpo- emozioni- cuore-mente spirito, quello che nel mio elaborato ho giocosamente chiamato sentiamando.

 

Candida Falcon per Studio Napoli
Taranto, li 27.04.2023

 

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