In cosa consiste l’analisi bioenergetica?

L’analisi bioenergetica è un metodo, unico nel suo genere, che combina psicoterapia verbale e corporea. Il concetto di integrazione è basato sul fatto che mente e corpo formano un’unità inscindibile. Noi siamo i nostri pensieri, emozioni, sensazioni, impulsi ed azioni: noi siamo il nostro corpo.

Essa affonda le sue radici nell’opera di Sigmund Freud che fu il fondatore della psicoanalisi. Egli studiò medicina e neurologia e sperimentò nuovi modi di porsi in relazione con i pazienti. All’epoca di Freud le persone soffrivano di un gran numero di malattie per le quali la scienza non aveva rimedi: paralisi, cecità, attacchi epilettici, perdita della memoria e perdita di sensibilità in varie parti del corpo. Freud scoprì che tali sintomi altro non erano che l’espressione corporea di esperienze infantili di dolore e di paura, che la mente aveva rimosso. Aiutando questi pazienti a ricordare e rivivere tali esperienze negative, Freud riuscì a curare i loro sintomi corporei e chiamò questo metodo psicoanalisi. Secondo la teoria di Freud, una volta che il paziente acquisisce consapevolezza di ciò che gli è accaduto da bambino, non ha più bisogno di esprimere questi ricordi mediante sintomi corporei.

Wilhelm Reich, vissuto dal 1897 al 1957, fu paziente ed allievo di Freud. Mentre Freud poneva attenzione soltanto alla produzione verbale dei pazienti, Reich introdusse nella psicoanalisi anche l’osservazione del corpo, come l’espressione degli occhi e del viso, la qualità della voce e i vari tipi di tensioni muscolari. Descrisse per primo quello che noi oggi chiamiamo linguaggio del corpo. Nello stesso modo in cui Freud notò una spaccatura fra memoria conscia ed inconscia, Reich notò una scissione fra le varie espressioni del corpo. Reich osservò che, appena questi pazienti iniziavano la terapia, le tensioni muscolari cambiavano. Le spalle e le braccia della persona depressa si rilassavano, le mascelle diventavano meno contratte e i denti meno serrati. La ragione per cui il paziente frenava gli impulsi e reprimeva i ricordi dolorosi era, in primo luogo, per evitare di mostrarsi vulnerabile. Quindi, allentando le tensioni muscolari croniche, il paziente sperimentava la propria vulnerabilità. Serrando la bocca e i denti egli assumeva un’espressione corporea che diceva: “Non voglio aprirmi per non essere ferito di nuovo”.

Reich sperimentò come rilassare i muscoli cronicamente tesi mediante la pressione diretta su di loro. In questo modo il paziente poteva entrare in contatto con emozioni forti e a lungo dimenticate e con ricordi dolorosi. L’unità di mente, corpo ed emozioni divenne più chiara. Egli notò anche che, a questo punto, il paziente cominciava a sembrare più vivo, la sua pelle più rosea, i movimenti più spontanei, gli occhi più luminosi. Era come se avesse più energia. Reich chiamò questa energia ritrovata con l’appellativo di “organismica” o “orgone“.

Alexander Lowen, paziente ed allievo di Reich, coniò per essa il termine di “bioenergia”, allargò gli scopi del lavoro sul corpo: anziché limitarsi alla sola pressione e manipolazione delle tensioni muscolari croniche, egli fece uso di alcune posizioni di stress che potevano aiutare queste tensioni a rilasciarsi. La prova evidente di questo ammorbidimento delle tensioni era l’insorgere, nei muscoli, di una fine vibrazione. Lowen poté quindi osservare come i blocchi muscolari impedivano il libero scorrere dell’energia. Per esempio, un diaframma cronicamente contratto, come una strettoia, interrompeva l’onda respiratoria, provocando una respirazione superficiale. Come risultato diminuiva l’apporto di ossigeno ed il livello energetico calava. Questo modo superficiale di respirare è uno dei sistemi che noi usiamo per controllare le nostre emozioni. Per aiutare i pazienti a respirare meglio Lowen ideò il cavalletto bioenergetico.

E’ di grande importanza la sua osservazione che una persona, il cui flusso energetico è bloccato, ha perso una parte della sua vitalità e della sua personalità. Questa perdita fa sì che questa persona si senta depressa, sia sempre il lotta e usi costantemente la forza di volontà per eseguire i compiti quotidiani. Diventa difficile mettersi in relazione con gli altri o provare piacere. La vita perde i suoi colori e diventa grigia, tetra.

 

Concetti di base

Allo scopo di avere un buon contatto energetico, è indispensabile che l’energia scorra liberamente verso quelle parti del corpo che comunicano direttamente con il mondo esterno: organi di senso, braccia e mani, gambe e piedi, pelle e organi sessuali. Guardiamo un bambino quando piange, quando è arrabbiato o felice, oppure quando vuole qualcosa: tutto il corpo partecipa in modo armonioso.

Appena cominciamo a crescere, di solito facciamo esperienza di come la libera espressione delle nostre emozioni si scontra con il rifiuto, la disapprovazione, l’umiliazione, la punizione. Pertanto impariamo presto a controllare le nostre emozioni, con conseguenze inevitabili: blocchiamo permanentemente i muscoli coinvolti in queste espressioni medianti tensioni croniche, che sono inconsce. Ogni blocco muscolare può esser ricondotto a specifiche modalità di espressione che nell’esperienza personale sono state limitate:

–        I blocchi nella gola e nelle mascelle ci impediscono di piangere o di gridare; ma ci impediscono anche di cantare o di gridare di gioia.

–        I blocchi nelle spalle e nelle braccia frenano non soltanto il nostro desiderio di aggredire e di colpire, ma anche il nostro desiderio di abbracciare.

–        I blocchi nella vita ci impediscono di piangere e gridare, altrettanto bene di quanto ci limitano il respirare e il sospirare.

–        La contrattura dei muscoli delle gambe e dei piedi blocca la spinta alla ribellione, ma diminuisce anche la nostra capacità di stare in piedi e di essere indipendenti.

–        I muscoli che uniscono il bacino al tronco e alle gambe, come quelli della parte bassa della schiena, delle natiche, delle cosce, del pavimento pelvico sono coinvolti nel controllo della sessualità e delle funzioni escretorie. Le loro tensioni croniche intorpidiscono la nostra sessualità e spesso sono causa di dolori lombari e di stimolo ad urinare frequentemente.

Lowen ha il merito di aver intuito anche altro, forse ancora più importante: fintanto che abbiamo l’illusione di poter ottenere, da adulti, quello che ci è mancato da bambini, e che questo ci farà uscire dalla depressione, siamo predestinati a fallire. Nessun amore, nessuna accettazione da parte del terapeuta, o del compagno, ci potrà restituire l’esperienza perduta di essere accettati e amati per quello che eravamo da bambini. Poiché abbiamo permanentemente bloccato alcune inaccettabili autoespressioni non potremo mai fare l’esperienza di essere accettati per quello che siamo. Perché i nostri genitori ci hanno negato il sentirci accettati quando noi eravamo pieni di amore per loro? Questo ci procura una rabbia profonda ed inconscia. Ma è anche una rabbia giustificata.

Allentare questi blocchi non è mai facile. Noi crediamo che essi ci salvino dall’essere abbandonati e dalla terribile solitudine che ne conseguirebbe. Attraverso il lavoro con il corpo possiamo ammorbidire le tensioni e rivivere il desiderio di essere accettati e amati e la tremenda tristezza di aver desiderato invano. Essendo ben radicati ed avendo un corpo pieno di energia possiamo vivere nella nostra realtà adulta e perciò sentire che la ricerca tesa a recuperare quanto perduto da bambini è un’illusione. In terapia questo viene spesso percepito come una scelta fra essere sé stessi – liberi e soli – e tenersi stretti al terapeuta e al suo amore.

 

I cinque caratteri bioenergetici

L’aspetto antitetico del processo vitale è riflesso efficacemente nella relazione tra mente e corpo. Rispettare questo dualismo permette di riconoscere che l’atteggiamento conscio di una persona ha un’influenza considerevole sul suo funzionamento complessivo. Ciò permette al terapeuta di introdurre dei valori in ogni discussione sul comportamento umano. Rendere disponibile al paziente più energia attraverso il lavoro bioenergetico con il corpo facilita quindi il processo di cambiamento.

Secondo la teoria dell’analisi bioenergetica, ci sono 5 tipi fondamentali di struttura del carattere. Questi tipi sono basati sull’organizzazione libidica e sullo sviluppo dell’Io così come essi si manifestano nel corpo. Sono:

  1. la struttura del carattere Schizoide: la struttura di carattere schizoide è connessa a una tendenza a scindere e a dissociare. Il pensiero è scisso dal sentimento. Ciò si manifesta a livello corporeo nella carenza di una buona connessione fra la testa e il tronco. In alcuni il collo è allungato, invece in altri la testa è inclinata rispetto alla linea del corpo. Questa dissociazione fra testa e corpo significa che una persona non si sente collegata al proprio corpo. In un caso grave, si può arrivare al fenomeno della depersonalizzazione. Nella personalità schizoide si rileva anche una scissione tra la metà superiore e inferiore del corpo, manifestata da una carenza di proporzione e armonia tra le due metà del corpo. La personalità è caratterizzata dalla paura di andare in pezzi se ci si abbandona, contrastata dal bisogno di tenere assieme il proprio Sé mediante la tensione di tutti i muscoli articolatori.
  2. la struttura del carattere Orale: la struttura di carattere orale sorge da una deprivazione di cura e sostegno nella prima infanzia e si associa alla paura di abbandono. Questa paura si manifesta soprattutto nella magrezza, nella mancanza di sostegno nelle gambe e nei piedi e in un ridotto sviluppo della muscolatura. Il carattere orale ha una forte propensione verso la dipendenza. Il carattere si tiene stretto al Sé mediante una forte tensione nel cingolo scapolare e nelle gambe per impedire la caduta, che simboleggerebbe l’essere lasciati soli e abbandonati.
  3. la struttura del carattere Masochista: la struttura di questo carattere si sviluppa in un bambino che è stato accudito, ma anche forzato ad essere sottomesso al genitore. Il masochista tiene dentro tutti i sentimenti mediante la tensione dei muscoli che controllano le uscite alle estremità superiore e inferiore del corpo. Gli atteggiamenti masochistici sono spesso associati a un controllo precoce degli sfinteri: il bisogno di trattenere dentro di sé e la paura di lasciare uscire. A livello corporeo, il masochista è pesante e con una muscolatura ipersviluppata, con la tensione principale nei muscoli flessori, cosa che porta a un collasso della postura eretta del corpo.
  4. la struttura del carattere Psicopatico: tra i due e i quattro anni di vita, in relazione al genitore di sesso opposto – molto seduttivo e ambivalente che rifiuta il contatto fisico e tradisce i reali sentimenti e bisogni del bambino che non viene visto come realmente è – si forma il carattere psicopatico. Così facendo, il genitore soddisfa i propri desideri narcisistici per legare il bambino a sé. Il corpo dell’adulto psicopatico di sesso maschile evidenzia una tensione nelle spalle, il petto in fuori con la parte superiore pesante, gonfia e più sviluppata di quella inferiore allo scopo di sostenere un’immagine di potenza. C’è una divisione, infatti, tra le parti superiore e inferiore tra le quali non c’è un passaggio di energia. La zona occipitale e gli occhi sono contratti, lo sguardo è seduttivo e indagatore, il bacino è scarico e possiede uno scarso radicamento. Nelle donne, invece, la struttura si presenta spesso “spiazzata verso il basso”, a pera, con una combinazione di oralità (nella parte superiore) e di masochismo (nella parte inferiore).
  5. la struttura del carattere Rigido: la struttura del carattere rigido, fallica-narcisistica nell’uomo e isterica nella donna, è caratterizzata da un corpo eretto e dritto con un considerevole orgoglio. Tuttavia, la postura eretta è mantenuta tramite una rigidità dei muscoli del dorso che denota un atteggiamento trattenuto. Questo trattenersi del carattere rigido sorge da una esperienza precoce di umiliazione da parte del genitore di sesso opposto all’epoca del periodo edipico, quando il bambino avvertiva interesse sessuale per quel genitore.

Molte persone presentano una mistura di più tendenze e appartengono a due o più tipi. Nessun individuo può essere completamente compromesso nei soli termini del tipo di carattere principale che lo definisce, perché questa è solo una cornice per l’osservazione clinica.

La metodologia bioenergetica

Il metodo operativo su cui si basa l’Analisi Bioenergetica comprende una serie di tecniche utilizzabili nella psicoterapia, tali da consentire un approccio non solo sistematico e coerente, ma anche più profondo e completo, alla persona e a i suoi problemi.

Gli interventi in Analisi Bioenergetica sono infatti definibili come interventi complessi, nel senso che prevedono l’analisi del profondo secondo un approccio che procede partendo sia dal versante psichico, sia da quello corporeo: i temi emergenti, infatti, vengono affrontati ed evocati utilizzando sia il canale che, partendo dal piano mentale ed affettivo conduce al coinvolgimento corporeo, sia il canale opposto: ovvero quello che partendo dalla respirazione, dal movimento e dall’espressione corporea permette l’emergere di vissuti emotivi inconsci consentendone quindi anche il recupero e l’elaborazione a livello mentale ed affettivo. In entrambi i casi, comunque, il processo regressivo e il successivo processo di consapevolizzazione, vengono fortemente stimolati e favoriti proprio dal coinvolgimento unitario dell’organismo, ovvero a livello sia psichico che somatico.

Tre tecniche cardine della bioenergetica

–        Grounding vuol dire avere i piedi per terra. Il contatto con il terreno può essere sentito in modo più o meno profondo, a seconda delle persone e, nella stessa persona, da un momento all’altro della vita. Durante gli esercizi di grounding, i soggetti si lasciano scendere, abbassando il proprio centro di gravità. Nel corpo, la nostra metà inferiore è molto più simile, nelle funzioni, a quella di un animale (locomozione, secrezione, sessualità) mentre la metà superiore è sede di pensiero, linguaggio e manipolazione dell’ambiente.Migliorando i processi energetici di una persona, tutte le funzioni sono influenzate partendo, per così dire, da sotto: aumenta il movimento spontaneo, si sviluppano più sentimenti, mentre c’è un corrispondente guadagno nella consapevolezza e nella comprensione. Si possono anche influenzare tutte le funzioni da sopra. La psicoanalisi, lavorando da sopra, influenzerà a sua volta tutte le funzioni. Tuttavia, limitare il programma terapeutico al solo lavoro con il corpo o con la mente significa limitare le potenzialità del processo. Le modalità principali attraverso cui modificare i processi energetici sono il respiro e il movimento.

–        Il Cavalletto bioenergetico per aiutare a recuperare la naturalezza nel respirare, Alexander Lowen inventò il cavalletto bioenergetico. Il cavalletto bioenergetico favorisce la distensione dei muscoli dorsali contratti, la retroposizione dei monconi delle spalle, l’elevazione dello sterno, l’antiversione dell’anca. Queste condizioni posturali sono tipiche dell’inspirazione libera, che interessa tutto il corpo. In questo modo sarà possibile respirare più profondamente senza dover fare un particolare sforzo consapevole. Esistono tante varianti per il lavoro con il cavalletto, tuttavia l’esercizio tradizionale consiste nell’appoggiarsi con la schiena sul cavalletto in modo che appoggi la parte più bassa delle scapole. La regione interscapolare, interessata muscolarmente dal trapezio centrale, è una zona abitualmente interessata da forti tensioni. In una fase iniziale è buona regola non insistere per oltre un minuto se emerge una chiara sofferenza. Stando distesi sul cavalletto, si allungano le braccia per favorire l’allungamento dei muscoli dorsali, è possibile aiutarsi impugnando con le mani la parte superiore dello schienale di una sedia.

–        Il Massaggio Bioenergetico è una tecnica terapeutica messa a punto dal Dr. Padrini nel suo lavoro di terapia psicorporea bioenergetica. Esso ha soprattutto la funzione di individuare le parti del corpo bloccate o tese e i punti carenti di energia per ristabilire un riequilibrio energetico. Il massaggio bioenergetico può essere definito un tipo di massaggio “su misura”; esso tiene conto del carattere e della tipologia fisica della persona, che emerge sulla base di un’ipotesi diagnostica di lettura corporea di tipo bioenergetico. Nel massaggio bioenergetico si considerano cinque strutture caratteriali: il tipo cerebrale, il dipendente, il compresso, il dominante e il rigido. Questa classificazione rappresenta solo una griglia di riferimento, perché ogni persona è un carattere misto con elementi prevalenti di un tipo o dell’altro. Questo massaggio si differenzia dagli altri essenzialmente perché usa le manipolazioni in sincronia con la respirazione. Esso porta ad ampliare il proprio schema respiratorio, utilizzando la parte toracica, diaframmatica e pelvica, rendendo così la respirazione più ampia, spontanea e libera. Inoltre in esso sono compresi i noti benefici del massaggio quali: miglioramento della circolazione sanguigna e linfatica, diminuzione dei depositi adiposi, in quanto una circolazione migliorata accelera il loro metabolismo, facilitazione della digestione e della funzione peristaltica dell’intestino, tonificazione del sistema nervoso, miglioramento del sonno, che viene reso più profondo e ristoratore, effetto rilassante a livello muscolare ed elasticizzante a livello articolare. Per ogni tipologia sono previste manovre diversificate per quanto riguarda la pressione, il ritmo e il tipo di contatto.

 

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Bibliografia

Alexander Lowen: Il linguaggio del corpo, Milano, Feltrinelli, 2003.

Alexander Lowen: Bioenergetica, Milano, Feltrinelli, 2004.

Alexander Lowen: La voce del corpo, Roma, Astrolabio, 2009.

Alexander e Leslie Lowen: Espansione e integrazione del corpo in analisi bioenergetica, Roma, Astrolabio, 1979.

Reich W. “Analisi del carattere” Sugarco Edizioni (1994)

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